Un modesto commento al post di Oscar Giannino, che parte con le migliori intenzioni, ma mi sembra arrivi semplicemente a sanzionare la solita, trita linea sulla crisi: intanto salviamoli, poi vi promettiamo che da oggi cambierà tutto. Sappiamo quanto cambia, ossia nulla.
Il problema tedesco è che si sono comportati come dei levantini, ossia nel modo approvato da questo articolo.
Ragionando soprattutto come nell'ultimo paragrafo, non sarà mai tempo di lasciare chi sbaglia al proprio destino; per colpa di questa stessa mentalità si è lasciato che il Trattato di Maastricht fosse reso lettera morta dalle violazioni di tutti i paesi membri, ponendo le basi per la speculazione sulla Grecia. La speculazione al rialzo, intendo, in atto da 15 anni, non quella al ribasso, di cui si parla soltanto perché impedisce alla classe politica di avere la botte piena e la moglie ubriaca.
Potrà sembrare un paradosso, ma coloro che hanno scommesso contro la Grecia non sono gli speculatori: sono gli unici che hanno espresso una posizione basandosi sui fondamentali economici. I veri speculatori sono coloro che hanno scommesso sulla retorica politica. Per dieci anni, infatti, nessuno si è mai preoccupato della speculazione di coloro che hanno acquistato debito greco ad ogni prezzo, scommettendo sulla dimostrata codardia dei politici, incapaci di prendere decisioni dolorose sino a quando non è troppo tardi.
E' stato questo ragionamento che ha creato la bolla sui titoli di stato della periferia europea, se di bolla si può parlare. Dal punto di vista degli acquirenti, è perfettamente razionale: infatti, il Pantalone tedesco adesso è costretto a pagare per i propri errori ed il lassismo nell'imporre disciplina di bilancio. Salvare la Grecia non aiuterà nessuno: permetterà soltanto di continuare a fingere che tutto vada per il meglio, sino all'ennesima crisi.
Esiste un unico modo per far fare al mercato il proprio lavoro: lasciarglielo fare, da subito. Altrimenti, torneremo sempre in situazioni simili a quella che stiamo vivendo adesso.