Per anni la sinistra ha glorificato artisti ed intellettuali di area, nonostante la loro adesione alle peggiori nefandezze dei regimi comunisti ed il loro supporto attivo alle campagne propagandistiche di partito. Adesso, tuttavia, si vorrebbe infangare la memoria di
Raimondo Vianello per alcune dichiarazioni di supporto a Silvio Berlusconi e di comprensione (non di appoggio) per i ragazzi arruolatisi a Salò. Guttuso non può essere criticato per aver fatto da pittore servo delle campagne elettorali del PCI in epoca staliniana, quando erano ben noti i crimini sovietici; Sartre andrebbe idolatrato senza pensare al proprio lavoro al soldo del PCF; intere legioni di artisti ed artistoidi di sinistra vanno giudicati cancellando ogni riferimento adorante al maoismo, o alle contraddizioni dell'appoggio alla causa gay ed insieme a Cuba, uno dei regimi più omofobi del pianeta; i firmatari di infamie come l'appello-istigazione al linciaggio di Calabresi e le loro cheerleader di Lotta Continua vanno rispettati indipendentemente dalle loro colpe e mai deve essere ricordato il loro "erroruccio" di quegli anni.
Una delle leggende dell'intrattenimento italiano, che ha condotto una vita irreprensibile per decenni, deve essere invece bruciato in effige per aver detto che avrebbe votato Forza Italia, oppure per avere sostenuto che fra i ragazzini volontari a Salò molti avevano intenzioni oneste, anche se sbagliarono nello scegliere quella parte politica - errore che fecero, ad esempio, Scalfari, Bocca e Dario Fo in varie fasi delle propria esistenza. Sono l'unico a sospettar el'impiego di due pesi e due misure?
Gilioli è un ipocrita, oppure uno smemorato ignorante della storia e della cronaca della consorteria alla quale aderisce. Scelga lui.
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