venerdì, aprile 23, 2010

Umberto Bossi minaccia un nuovo ribaltone

L'intervista di Umberto Bossi non brilla per chiarezza, salvo che per gli insulti a Fini e l'annuncio dello sganciamento dal PdL. Basta poco per rinverdire i fasti del ribaltone e ringraziare della desistenza di fatto al Nord.

Le parole di Bossi al Corriere, una volta ripulite dalla propaganda pseudofederalista, sono inequivocabili: caro Silvio, grazie di averci lasciato campo libero al Nord e di avere azzerato l'opposizione interna. Adesso che non ci servi più e che non sei più una minacci aletale, siamo pronti a sostituirti con il PD, in modo da poterlo cannibalizzare, come abbbiamo cannibalizzato anche il PdL, ormai troppo debole per smascherare agli elettori la nostra sbandata a sinistra:

Saremo soli - conclude il leader leghista - senza Berlusconi. Berlusconi quindi diventerà il vero e unico baluardo anticomunista del Paese e prevedo che raccoglierà molti consensi.
E , nel caso qualcuno se ne accorgesse, ecco che il Senatùr riparte con il secessionismo:


"Finita la stagione del federalismo, un concetto abbandonato, dobbiamo iniziare una nuova stagione, un nuovo cammino del popolo padano. Purtroppo oggi non ha più senso parlare di federalismo alla nostra gente che potrebbe sentirsi tradita da ciò che non siamo riusciti a fare. Una nuova strada ci aspetta e sarà una strada stretta, faticosa, difficile ma che potrebbe regalarci enormi soddisfazioni"

La "nuova strada" è ultimamente simile a quella vecchia, del 1994-1995, con l'aggiunta del totale abbandono della rivolta fiscale e della riduzione del peso dello Stato. A noi pare evidente il rischio di un incrocio fra Udeur mastelliana e craxismo in forma istituzionalizzata, la costituzione di un feudo politico dove il controllo degli enti locali permette ad una Lega finalmente ritornata al socialismo il controllo assistenziale del territorio e la pacifica spartizione delle spoglie fra i favoriti, in cambio dell'appoggio a questo o a quel partito nazionale.
Ai cittadini, il solo ruolo da sudditi, in balìa di una classe politica che si sente "unta dal popolo" come una volta era "unta dal signore".

I nostri complimenti a Silvio Berlusconi , protagonista della resurrezione leghista, e a Gianfranco Fini, attore non-protagonista,  per l'ennesimo, meraviglioso regalo al socialismo reale in salsa tricolore.

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