mercoledì, maggio 19, 2010

Il Mastella americano perde il posto. Almeno lui.

Dalle primarie americane, il segnale più' chiaro e' quello della rivolta contro i soliti noti, in entrambi i partiti. E il volto più' noto di tutti e' ormai l'ex ragazzo prodigio Barack Obama. 

Arlen Specter e' il senatore repubblicano che nel 2009 ha pensato bene di saltare il fosso e di schierarsi con i democratici. La motivazione e' sempre stata chiara: potere. Specter e' un centrista la cui unica preoccupazione e' sempre stata la rielezione e non l'ha mai nascosto e la vittoria di Obama del 2008 gli ha fatto credere che i democratici avrebbero dominato per anni. E' quindi passato ai democratici durante la battaglia per la sanita' , fornendo quindi un voto cruciale; in cambio aveva ottenuto da Obama e dai big del partito la promessa del pieno appoggio per la sua ricandidatura al proprio seggio senatoriale, stavolta come democratico.
Fortunatamente per gli USA, il meccanismo delle primarie ha bloccato questa gradevole imitazione della casta italiota, privando Specter della nomination: gli elettori democratici si sono ribellati all'imposizione centralista ed hanno nomionato  Joe Sestak, parlamentare  e democratico di lungo corso.

Prima o poi capiremo anche in Italia che le primarie, prima che un'applicazione del feticcio assembleare, sono uno strumento per limitare il potere delle élites di partito quando si sono allontanate dalla propria base. Anche quando, dall'altra parte, c'è il Capo.

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