Le autorità tedesche ed italiane hanno deciso che , se la realtà non è di loro gradimento, deve essere vietata. Questo è unico risultato utile delle regolamentazioni appena escogitate, tant'è vero che, invece di stabilizzare i mercati, stanno scatenando il panico.
I divieti implementati in Germania si limitano a nascondere sotto il tappeto i sintomi del problema, vietando ai partecipanti al mercato di prendere una posizione pessimista sull'andamento dell'area euro. Non risolve certo i problemi di bilancio dei governi europei e quelli delle banche del continente, che ne hanno seguito i dettami. Ricordiamo infatti che i cosiddetti "short" non sono soltanto speculativi: per la maggior parte si tratta di operazioni a copertura di altre operazioni "lunghe", ossia positive su altri rischi. Vietare ad una metà el mercato di funzionare limita l'efficienza dell'intera struttura senza limitare i danni: coloro che hanno rischio Europa hanno infatti reagito vendendo massicciamente l'euro, ovviando così all'impossibilità di coprirsi con strumenti idonei. L'unica possibilità, a questo punto, sarebbe quella di reintrodurre controlli dei capitali, tornando indietro di 30 anni e devastando il commercio internazionale; per punire immaginari "speculatori" , si produrrebbe così un danno molto maggiore.
In Italia, invece, abbiamo vietato la contabilità. Alle banche sarà infatti concesso di non contabilizzare le perdite su titoli di Stato. Si tratta di un enorme regalo sia per le banche stesse, che sono d'altronde piene di titoli di Stato a causa della regolamentazione di vigilanza precedente. In base alla normativa vigente, infatti, detenere titoli di Stato non richiede che si ponga capitale a garanzia di eventuali perdite, mentre ciò deve essere fatto per ogni altro genere di investimento, incluso quello tipico delle banche commerciali. Adesso, alle banche viene concesso anche di non dover riportare perdite sui titoli di Stato scesi di valore, inclusi quelli greci. E' un gigantesco tappeto dietro il quale si nascondono i problemi, invece id affrontarli. Le banche italiane potranno continuare a finanziarsi a tassi quasi zero dalla BCE per poi acquistare titoli di Stato . L'unica preoccupazione in questa operazione era la volatilità dei prezzi dei titoli, una volatilità che da oggi non deve più esser eriportata a bilancio, mentre ovviamente e cedole incassate verrano portate come utili. I governi, soprattutto quello italiano, ringraziano: in questo modo si assicurano un canale per piazzare la quantità sempre maggiore di titoli di stato che dovranno emettere. Il particolare che , visto il meccanismo, sia la BCE a finanziare di fatto i governi stampando moneta, è l'ennesimo fatto sgradevole da nascondere sotto il tappeto.
La crisi non è responsabilità degli indici sul credito o del mark-to-market nei bilanci bancari. E' colpa delle eccessive spese statali e di una regolamentazione che ha selezionato banche e banchieri non in base alla propria capacità di gestire il rischio, ma di fare gli interessi delle autorità di vigilanza e della classe politica. Sino a quando non accetteremo la realtà e le sue implicazioni, i sogni collettivisti e solidaristici degli europei si continueranno a trasformare in incubi.