Su di un totale di 660 miliardi di euro che i singoli stati dovrebbero contribuire al fondo di stabilizzazione, Italia e Spagna dovrebbero contribuire rispettivamente per 81 miliardi e 53 miliardi di euro.Il problema è che Madrid e, in misura minore, Roma sono proprio i più probabili beneficiari di un tale fondo. A Bruxelles se ne rendono conto?
Nel caso entrambi i paesi sperimentassero difficoltà, le dimensioni del fondo sarebbero immediatamente ridotte di 130 miliardi, proprio quando ve ne sarebbe maggior bisogno . Nel caso uno dei due entrasse in crisi di liquidità, è improbabile che potrebbe sborsare decine di miliardi di euro per aiutare l'altro. Se ad avere problemi fosse la sola Madrid, ad esempio, l'ammontare dell'esborso sarebbe tale da richiedere alla Repubblica italiana un pagamento di decine di miliardi di euro, che probabilmente metterebbe a sua volta l'Italia sotto i riflettori dei mercati obbligazionari, alimentando ulteriormente il contagio. Si aggiunga il fatto che non esiste una garanzia congiunta dei governi per le attività del fondo di stabilizzazione: se un governo nazionale non potesse o volesse contribuire, non esisterebbe alcun obbligo , da parte degli altri governi, di versare la quota dell'inadempiente.
Le perplessità dei mercato riguardo al "salvataggio" cominciano a non sembrare troppo infondate.