domenica, ottobre 26, 2008

Il nocciolo del problema

Non è la critica o l'appoggio alla riforma della scuola. E' una nazione dove metà della popolazione ritiene che rivolta disordine e violenza siano un elemento positivo e non, al massimo, un male necessario.
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È, il nostro, l’immobilismo di un Paese abbarbicato a ciò che ha vissuto perché non riesce a credere più nel proprio futuro, di un Paese che sotto la vernice di un’eterna propensione alla rissa in realtà fugge come la peste ogni rottura e conflitto veri, e desidera solo continuità. Che come un vecchio Narciso incartapecorito anela solo a rispecchiarsi nel già visto.

Un Paese, come c’informa La Stampa di qualche giorno fa, dove Guido Viale, antico giovane di un remoto «anno dei portenti », si compiace - invece di averne orrore - che oggi «le occupazioni delle scuole si fanno assieme ai genitori», e che «questi ragazzi lottano accanto ai professori e ai presidi». Già, «accanto ai professori e ai presidi»: che lotte devono essere! E comunque è con queste, buono a sapersi, che l’Italia si allena ai duri cimenti dell’avvenire.

E nel Pd-day da sinistra arriva un “Non me ne frega niente“:

«Non mi preoccupa
la manifestazione, ma che il governo ombra non abbia prodotto assolutamente nulla»
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