Il matrimonio forzato di Wachovia con Citigroup è sufmato, grazie all'offerta di Wells Fargo, che ha acquisito la banca di Charlotte pagando con azioni proprie per un valore di 15 miliardi di dollari.
Wells Fargo non ha chiesto nulla alla Fed, all'ente di tutela dei depositi (ch egli sta probabilmente o al govenro federale, al contrario di quanto aveva fatto Citigroup; si è limitata ad offrire un prezzo più basso, assumendosi tuttavia tutti i rischi dell'operazione.
L'operazione è importante per un motivo semplice: dimostra quanto fallaace sia l'idea che soltanto un intervento statale possa salvare il sistema, di quanto potrebbe addirittura ritardare la ristrutturazione del sistema, fornendo incentivi sistorti e false speranze.
In realtà, i compratori esistono, ma sorge il sospetto che la tentazione di scroccare qualche soldo al governo sia, per molte banche, troppo forte. E quindi ecco da parte dei compratori la richiesta di fondi, ecco le operazioni complicate con prestiti a basso costo, la richiesta di garanzie sulle perdite ed altri sussidi.
Per la banca in difficoltà, il "venditore", è più semplice sostenere che non sia stata l'imprudenza, ma la congiuntura a farla finire nei guai e che l'assenza di un compratore è colpa del "mercato", non del fatto che si richieda un prezzo troppo elevato.
Per fortuna, Wells Fargo non ricade in nessna delle due categorie e Wachovia ha preferito la soluzione decente. Ci hanno dato un bell'esempio.
venerdì, ottobre 03, 2008
Wachovia e Wells Fargo: il sistema si cura da solo, se soltanto lo si lascia operare
Posted by Unknown at 4:48 PM
Labels: Banche , Regolamentazione , Wachovia , Wells Fargo
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