Il presidente Napolitano ha tenuto colloqui con "le parti in conflitto" : Mubarak, Mussa, Abu Mazen. Il fatto che non si citino colloqui con gli israeliani è segno che vi sono già stati, o non interessa il punto di vista dello stato ebraico, considerato alal stregua di Hamas? Consola almeno che Napolitano non abbia interloquito con i terroristi islamici, ma con gli esponenti arabi che in questo momento più si rallegrano, sotto sotto, dell'offensiva israeliana.
Il presidente palestinese Abu Mazen forse sogna di vedersi riconsegnata l'enclave che gli era sfuggita di mano l'anno scorso, senza rischiare una guerra civile; gli egiziani probabilmente si rallegrano nel vedere indebolito un gruppo terrorista che non amano per nulla e pericoloso anche per loro; non si spiegherebbe facilmente, altrimenti, la decisione di schierare un contingente di diecimila uomini per "portare aiuti umanitari" ad un regime teoricamente alleato: le truppe paiono più interessate ad evitare che i tagliagole di Hamas tracimino in Egitto insieme a profughi palestinesi a cui nessun regime arabo vuole neppure pensare.
Per la cronaca: le agenzie italiane parlano di centinaia di morti, senza distinguere fra civili e miliziani. Ad osservare i numeri e prendendo le definizioni meno favorevoli ad Israele, le vittime civili accertate a ieri sembrano essere meno di cinquanta. Una tragedia, in ogni caso, ma non la mattanza indiscriminata che viene descritta su certi media italiani.
martedì, dicembre 30, 2008
Gaza: per chi tifano egiziani e ANP ?
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