L'ennesimo esempio di come quello che dovrebbe essere il governo del Grande Fratello, censore occhiuto e maestro di propaganda, non riesca neppure ad evitare la propaganda ai propri danni e a trasformare un'ipotesi di riforma lodata anche da tradizionali avversari di Berlusconi in un boomerang tutto mediatico.
"Ricapitolando: due mesi fa il governo vara la riforma Gelmini che prevede, tra le altre cose, l'introduzione del maestro unico per 24 ore la settimana e l'opzione per le famiglie di richiedere diversi modelli orari (il cosìdetto tempo pieno); oggi, lo stesso governo, nel preparare i regolamenti attuativi della legge ribadisce il concetto: maestro unico per 24 ore più modelli orari diversificati secondo le esigenze delle famiglie italiane. Fischi prima, applausi ora. Scusate: ma cos'è cambiato? Perchè oggi fan tutti festa e ieri si disperavano in piazza?"
DAW
ha almeno parzialmente ragione, ma in politica l'apparenza a volta conta più della sostanza e l'apparenza deriva dal filtro dai media.
Il passo indietro sulla riforma scolastica è una sconfitta politica reale a causa della pessima capcaità di comunicazione di questo governo e della sua goffaggine nell'arena della tattica politica.
In primo luogo, rimandare un atto dopo una protesta di piazza verrà sempre letto come un cedimento alla piazza, non importa quale sia il provvedimento; in secondo luogo, il pubblico nonconosce la legge, conosce la versione che il governo ne dà in conferenza stampa, o quella riportata dai media. Non importa quindi che il maestro unico fosse soltanto una delle alternative previste, almeno inizialmente; il pubblico non lo sapeva sino all'altro ieri - e questo è anche colpa del governo. Un aggiustamento poco importante è divenuto un autogol rilevante, grazie ad un errore di tattica.
Se il governo non è capace di spiegarsi - o a verificare come i giornalisti riportano ciò che dichiara - è sin troppo facile far passare qualsiasi atto come una sconfitta del governo od una sua prevaricazione, soprattutto per per quei due terzi di giornalisti che devono il posto ad una nomina da sinistra.
Che il Caimano, in fondo, non sia affatto il Grande Fratello, ma soltanto il Grande Comunicatore?