lunedì, dicembre 08, 2008

La sinistra prima occupa e poi protesta

Conosciamo tutti la favola del lupo e dell'agnello. La Casta Italiana, felicemente progressista e collettivista, anche se divisa in rossa o bianca, ne ha fatta una ragione di vita: accusa il caimano, ma ha già divorato le istituzioni in maniera degna del peggiore alligatore.
Non sappiamo quanto Berlinguer, sbattuto in prima pagina dalla De Gregorio, sarebbe contento della mutazione genetica comunista: ai suoi tempi, il PCI era popolato moralisti con le mani lorde di sangue altrui; adesso, invece, da ipocriti che prima occupano ogni strapuntino di sottopotere con la scusa della "questione morale" e poi sbraitano agitando la "superiorità antropologica" pur di mantenerlo.

La sinistra potrebbe cambiare, o potrebbe definitivamente compromessa da questi scandali. Una cosa invece sarà molto più difficile da cambiare: il danno permanente fatto alla psiche dei "progressisti italiani", che potranno magari abbandonare il PCI/PD, ma non potranno mai abbandonare il proprio complesso di superiorità, la sindrome da popolo eletto, da razza superiore che gli è stata inculcata in questi decenni. Il mezzo diventa un fine: il lavaggio del cervello a fine di egemonia culturale è diventato un tratto caratteriale che il Partito non riesce più a controllare e che rischia di farlgi perdere il gregge ed il fedele branco di intellettuali da guardia. Di Pietro ringrazia, Berlinguer, forse, un po' meno


Il quotidiano Libero del 7 febbraio del 2008 pubblica a pagina 11 una mappa del potere all'interno della Rai tv. L'analisi sui posti occupati dal Pd, definiti con il colore rosso, è inquietante: «Il rosso vince, il blu perde e il verde galleggia». Nell'inchiesta si ricorda che «i rossi occupano il 60% delle caselle».La situazione ai vertici dirigenziali dell'azienda è questa: «Su 36 posizioni, 21 sono occupate dal centrosinistra, 13 dal centrodestra e 2 da tecnici». La situazione «precipita» quando si vanno a vedere le posizioni relative all'area editoriale e staff della Rai: «Su 165 posizioni, 95 sono colorate di rosso, 62 di blu e 7 di verde». Ma il Pd lavora anche di fantasia. Basta guardare il governo ombra, composto da 84 persone tra collaboratori di partito, ministri e sottosegretari. Tanti rispetto ai 60 membri del governo Berlusconi. Veltroni è stato costretto a nominare i sottosegretari per accontentare tutti. Si è anche inventato anche il responsabile delle iniziative di massa. E bravi gli eredi di Berlinguer.


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