lunedì, dicembre 08, 2008

Maestri liberali, asini collettivisti

Dice bene Vittorio Macioce , sul Giornale:


Ecco, il liberalismo è stata una moda di stagione. Gli orfani del Novecento hanno schiumato rabbia sorda e muta. Se c’è una cosa che post-fascisti, post-comunisti e post-democristiani odiano è il liberalismo. Un odio assoluto e totalitario. È questa la verità, cari maestri. Tutti questi odiano il liberalismo perché disprezzano l’uomo. Rileggetevi il monologo del Santo Inquisitore dei Fratelli Karamazov, quando dice: gli uomini non vogliono la libertà, ma il pane. La libertà, rimprovera il vecchio al Cristo muto, fa paura. Lui, l’inquisitore, è tornato. Voi fatevi sentire.

Non posso che sottoscrivere al 100%. Dei maestri liberali (e libertari) se ne ricorderànno i nostri pseudo-intellettuali di lotta e di sottogoverno , quando (non se, quando) i socialisti falliranno, di nuovo, come hanno sempre fallito.

Se ne dimenticheranno tutti, appena si tratterà di rapinare di nuovo coloro divenuti prosperi grazie ai principi liberali, e ancora, di trovare un capro espiatorio per gli errori dei collettivisti.

Hat tip: The Right Nation, via Tocqueville

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