Il settimanale inglese The Economist ha l'abitudine di chiamare alcune sue rubriche fisse con nomi storici per illa sezione a cui fa riferimento la rubrica. Per la rubrica di commenti sul business e il management si è scelto il nome di Joseph Schumpeter. Scelta estremamente azzeccata, specialmente di questi tempi: Schumpeter coniò il termine "distruzione creativa" per descrivere ed enfatizzare il ruolo dell'innovazione e dell'imprenditore nella crescita economica: senza di essi, non esiste miglioramento del tenore di vita.
Dal mio punto di vista, è azzeccata anche per quelli che l'Economist ritiene difetti: lo scetticismo nell'abilità dei governi di uscire da una recessione a forza di debiti e spese, il pessimismo sulle prospettive della democrazia, il suo liberalismo non adulterato e la sua adesione alla Scuola Austriaca. Se si vuole mischiare Keynes con Schumpeter, si ripeteranno semplicemente gli errori dei "Liberal" socialdemocratici , per l'ennesima volta.
Schumpeter: Taking flight | The Economist
Dal mio punto di vista, è azzeccata anche per quelli che l'Economist ritiene difetti: lo scetticismo nell'abilità dei governi di uscire da una recessione a forza di debiti e spese, il pessimismo sulle prospettive della democrazia, il suo liberalismo non adulterato e la sua adesione alla Scuola Austriaca. Se si vuole mischiare Keynes con Schumpeter, si ripeteranno semplicemente gli errori dei "Liberal" socialdemocratici , per l'ennesima volta.
Schumpeter: Taking flight | The Economist