Nichi Vendola ha appena finito di sostenere che Roma sarebbe come il Cile: repressione borghese contro la sinistra. Magari. In questa storia, la polizia si è trattenuta anche troppo, mentre ai parassiti collettivisti che si fingono studenti è stata lasciata mano libera per tarpare le libertà di lavoratori e cittadini, senza che le forze dell'ordine potessero intervenire.
Nel frattempo, orde di "studenti" conciati come dei relitti da centro sociale hanno bloccato le stazioni ferroviarie, in spregio alla libertà di movimento ed ai diritti dei viaggiatori, regolarmente paganti; paganti, al contrario di chi protesta per poter continuare a scroccare al contribuente e, soprattutto, ai veri studenti bisognosi che non ricevono sufficienti aiuti perché le risorse necessarie vengono sprecate nei corsi gratuiti a somari e figli di papà che potrebbero pagarsi il corso di lavaggio del cervello che pretendono di definiscano "studi universitari".
Sarebbe interessante sapere, nella débacle ferrroviaria, chi abbia mancato ai propri obblighi: le Ferrovie, oltre a lamentarsi a mezzo stampa, hanno chiesto l'intervento della polizia per sgombrare i binari, come avrebbero fatto per ogni altro tentativo di occupazione? Se è così, questure e politici dovrebbero rispondere della propria ignavia e del tradimento del poprio dovere di garantire la libertà ed il rispetto dei contratti.
Se non è così, se le Ferrovie sono state acquiescenti, il sindacalista Moretti è un ipocrita, oltre che l'ennesimo servo sciocco della demenza assembleare e di delittuose mitologie rivoluzionarie.
Rimanendo in tema sindacale, i nostri applausi ai sindacati che hanno ben pensato di bloccare la metropolitana milanese proprio durante la protesta, paralizzando definitivamente la città e provocando danni ulteriori ai pendolari.
In Cile, caro Vendola, sarebbe andata molto diversamente. Per fortuna: basti guardare la differenza in civiltà, prosperità e tenore di vita anche per i più poveri, rispetto a paradisi del "socialismo" come la Bolivia.