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venerdì, novembre 06, 2009

D'Alema, un vicolo cieco

La candidatura di D'Alema alla posizione di "Ministro degli esteri" europeo non mi ha mai convinto particolarmente. JimMomo chiasrisce bene perché si tratti di una pessima idea, soprattutto per Belrlusconi. Il numero di scelte miopi da parte dell'amato Silvio aumenta a vista d'occhio.



Sarebbe un'ingenuità sciagurata. D'Alema lo conosciamo. Se dovesse farcela, si scorderebbe presto dell'aiuto di Berlusconi e, complici la sua arroganza e la stampa 'amica', la storia diventerebbe quella del grande statista riconosciuto a livello europeo: era il candidato perfetto... chi altri, se non lui, avrebbe potuto essere designato per quella carica? Se viceversa, come probabile, non dovesse farcela, ciò proverebbe lo scarso peso dell'Italia in Europa.

Ma un eventuale successo contribuirebbe almeno a svelenire il clima interno sulla figura di Berlusconi, favorendo un dialogo costruttivo tra maggioranza e Pd su riforme e giustizia? Nient'affatto, perché il Pd nemmeno con Bersani (e D'Alema) al comando riuscirebbe tornare titolare della guida dell'opposizione reale, che rimarrebbe appaltata a la Repubblica, ai magistrati e a Di Pietro, che continuerebbero imperterriti a intorbidire il clima, per di più accusando D'Alema e il Pd di inciucio. Bersani passerebbe i prossimi anni a convincere la Repubblica che non c'è stato nessun inciucio e addio a ogni possibilità di dialogo.


[...]

Infine - ma per chi legge questo blog è scontato e non ho bisogno di dilungarmi - D'Alema a rappresentare la politica estera e di sicurezza dell'Ue sarebbe una iattura, a cominciare dai rapporti con Israele e il mondo arabo, e dall'approccio nei confronti del terrorismo islamico.

venerdì, luglio 31, 2009

Gli strabismi di D'Alema

Abbiamo sempre saputo che la verità, secondo Massimo D'Alema, è sempre stata relativa: da buon comunista, ritiene vero ciò che è utile al Partito e buono ciò che gli fa comodo. Adesso però mi pare si esageri: l'ex-capo supremo sostiene che il PD a Bari può dormire sonni tranquilli, nonostante le indagini sulla sanità.
Quindi, secondo lui, la D'Addario e il suo pappone - indagati ed intercettati Bari e proprio per le mazzette PD - sono credibili quando parlano del premier, ma non quando parlano di mezza giunta del PD pugliese. Le intercettazioni e le fotografie, di conseguenza, quando si parla di Berlusconi sono per lui, per Repubblica e Franceschini sono prove inoppugnabili, ma quando si parla dei vassalli dalemiani nel suo feudo pugliese sarebbero mere supposizioni.

Beata coerenza. RResta da comprendere come mai questa gente sia stata considerata, per quarant'anni, un modello di morale, vista la capacità di negare di fronte all'evidenza e di sostenere un'affermazione ed il suo contrario quasi all'interno della stessa frase.




clipped from www.ansa.it

(ANSA) - BARI, 31 LUG - 'Siamo tranquilli': Massimo D'Alema
risponde cosi' ai giornalisti che gli chiedono un commento
sulle inchieste baresi su sanita' e appalti. 'Non commento
mai - spiega l'esponente del Pd - gli atti della
magistratura. Abbiamo il massimo rispetto per le inchieste
baresi. Siamo anche tranquilli, nel senso che il Pd non ha
ne' connessioni con la criminalita', ne' ha costruito i suoi
bilanci con le tangenti'.
blog it

domenica, luglio 29, 2007

E te ne vanti?

In una intervista televisiva il leader di Hezbollah in Libano, Hassan Nasrallah, si è premurato di demolire ogni argomentazione del nostro Ministro degli Esteri a favore di Hezbollah ed Hamas, che Massimo d'Alema vorrebbe coinvolgere nelle trattative diplomatiche e politiche come forze democratiche e stabilizzatrici della regione.

La realtà è all'opposto delle illusioni di D'Alema: Nasrallah ha esplicitamente ammesso di voler impedire che il governo libanese democraticamente eletto possa estendere la propria autorità su tutto il territorio nazionale e, quindi, obbligare Hezbollah a divenire un normale partito politico e non un esercito fondamentalista dedito alla conquista territoriale ed all'instaurazione di uno stato islamico. Questo sarebbe uno dei motivi per cui Hezbollah ha scatenato la guerra dell'anno scorso: l'atacco ad Israele e la manipolazione della propaganda sino ad invertire la realtà riguardo i motivi e l'estensione della reazione militare, è riuscito a ridurre l'ostilità della maggioranza dei libanesi nei confronti del fondamentalismo e ad indebolire il prestigio del governo libanese, scosso dall'invasione.
Questo è il "partito politico" dai cui esponenti il nostro Ministro degli Esteri si è fatto accompagnare durante una sua visita in Libano; questo è il partito-fratello di Hamas, che d'Alema sosteneva si dovesse inculder enei processi di pace, proprio mentre i fondamentalisti trasformavano una vittoria elettorale locale nell'occasione per un golpe.

Forse il nostro Ministro degli Esteri ha un pregiudizio naturalmente positivo, dettato dalla nostalgia, verso guerriglieri appoggiati da Stati esteri che hanno come obiettivo l'imposizione di un regime totalitario e terrorista: forse pensa che siano gli eredi dei Viet Cong, dei barbudos cubani, dei cinesi di Mao o dei comunisti che, spalleggiati dall'Armata Rossa, organizzarono il colpo di stato di Praga del 1948, perché delusi dal rifiuto dei cecoslovacchi di votare per il partito "giusto". Altrimenti, si hanno serie difficoltà a comprendere come qualcuno possa pensare che interlocutori del genere possano essere ritenuti credibili per una pace duratura.
E, per favore, non impieghiamo la scusa per cui non esisterebbero alternative democratiche: ilLibano è una democrazia, sebbene una democrazia illiberale, dove la magigranza della ppolazione non vuole Hezbollah fra i piedi, ma che subisce le angherie di una milizia finanziata dla precedente occupante, la Siria. In Palestina, i moderati sono sempre stati ignorati in un'Europa ammaliata prima da Arafat ed ora da Hamas, ma esistono.

Adesso, l'UNIFIL sta per pagare care le ambiguità della propria missione: Hezbollah si sta riarmando e potrebbe decidere di spazzare via il contingente ONU, nel caso non servisse più ai propri scopi. Potrebbe, perché siamo certi che il Ministro D'Alema non avrebbe difficoltà a spiegarci perché la missione andrebbe smantellata molto prima di giungere alle armi, dopo aver svolto egregiamente il proprio compito: permettere ai fondamentalisti di riorganizzarsi e riarmarsi in pace, in modo da poter prendere il potere in Libano od aggredire di nuovo Israele.



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domenica, giugno 24, 2007

Ministro d'Alema, è sempre colpa di Israele?

Uccisi cinque soldati spagnoli, altri tre feriti in un attentato contro l'Unifil in Libano. Immagino che per il nostro ministro degli Esteri la responsabilità sia ancora d'Israele e non del valoroso e pacifico movimento islamico, in qualche modo che a noi comuni mortali rimane oscuro.

Fonte:mariosechi.net

giovedì, febbraio 22, 2007

DS: imbarcare l'UDC?

oggi un quotidiano rilevava come, nella riunione di maggioranza relativa alla crisi, i DS abbiano adombrato l'ipotesi di un recupero dell'Udc alla compagine ministeriale. Ipotesi del tutto coerente con lo scenario tratteggiato da Zamax, in un suo commento: Massimo d'Alema, d'accordo con alcuni "poteri forti" (leggi LcdM) potrebbe aver forzato la mano sapendo di perdere, al preciso scopo di far cadere il governo Prodi; in temrini differenti, se ne discute anche altrove. Possibile, anche se continuo a propendere per il passo falso: il personaggio è sin troppo portato ad atteggiamenti gladiatorii, soprattutto nei casi in cui, come ieri, potrebbe persino trarne vantaggio.


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mercoledì, febbraio 21, 2007

19:49 Prodi si è dimesso

Come riporta l'ANSA, Prodi ha rassegnato le dimissioni questa sera. E' stato fedele alla propria storia di democristiano di sinstra, di "cattolico adulto" spiritualmente pronto a cedere il passo al comunismo ed al socialismo già dagli anni '70: la durata del suo Governo è degna di un governicchio monocolore da Basso Impero democristiano.

Non ci mancherà per nulla. Come non ci mancheranno neppure certi suoi alleati: strateghi talmente fini da gettare la manifestazione di Vicenza, che doveva essere una valvola di sfogo, in un catalizzatore di prese di posizione ideologiche e prepolitiche, tali da far saltare il Governo; salvo poi non trovare di meglio che crogiolarsi nelle lacrime di coccodrillo. Come spiegarsi altrimenti le dichiarazioni quasi bellicose della vigilia, convinti forse che l'opposizione di centrodestra avrebbe alla fine fornito i voti necessari e permesso così alla sinistra comunista di votare a piacimento senza danni pert il governo; come conciliare tutto questo con i disperati tentativi di esorcizzare il danno compiuto, una volta compreso che questa volta si trattava di qualcosa d'irreparabile, grazie al rifiuto dell'opposizione di stare al gioco?

Adesso se lo ricorderanno, i nipotini dei comunisti, cos'ha appena dichiarato il loro padrino? A casa. Non mi illudo che sia alle urne, ma è un inizio.






Hat tip: The Right Nation, Siro, Freedomland, Cani Sciolti (solo per stavolta, deh)

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