Un amico libertario, commentando qualche giorno fa un altro post, ricordava uno ragionamento incorerente, contraddittorio, ma ricorrenti, ascoltato in compagnia:
[...] sostenevano, in materia di agricoltura, che l'Africa in realtà non ha bisogno di OGM, ma solo di agricoltura biologica. Gli OGM vengono venduti all'Africa, secondo loro, truffaldinamente, con la stessa logica dello sfruttamento coloniale inglese sugli USA. Cioè secondo loro alla base del discorso OGM ci sarebbe il solo interesse delle multinazionali a vendere i loro prodotti sul mercato Africano, mentre i prezzi del biologico sono volontariamente alzati a cannone appunto per pilotare il mercato.In Africa gran parte dell'agricoltura è "biologica", ossia esercitata senza fertilizzanti o pesticidi; proprio per questo muoiono di fame. Non è (soltanto) una battuta: l'agricoltura europea è stata sottposta a ben più di una rivoluzione ben prima dei pesticidi e degli OGM: quella medioevale, quella inglese e "scientifica" del XVII e XVIII secolo, che per inciso ha probabilmente posto le basi della prima Rivoluzione Industriale; questa serie di rivolgimenti ha elevato la produttività agricola, causando ovviamente danni di breve periodo. Quale agricoltura sarebbe quella "naturale", quindi?
L'agricoltura è diventata "industriale", con l'effetto (tipico degli sviluppi nelle economie di mercato) di ridurre i costi per unità di prodotto e quindi di ridurre i prezzi dei prodotti di prima necessità ed aumentare il numero di calorie acquistabili per ora di lavoro, a causa del calo dei prezzi; la fame in Europa ed in India è stata debellata anche in questa maniera, non certo tramite elemosine o redistribuzioni fra ricchi e poveri.
L'agricoltura organica e "biologica" impiega spesso raffinamenti di tecniche medievali, che riducono drasticamente la quantità di prodotto privilegiando la qualità ed il ridotto impatto ambientale. Obbiettivi indubbiamente validissimi e meritevoli, ma che nulla possono fare per aumentare la disponibilità alimentare per i poveri, dati i maggiori costi dovuti alla minore produttività delle tecniche impiegate: senza fertilizzanti chimici ad aumentare la fertilità del terreno e senza pesticidi e diserbanti ad eliminare le "perdite", le rese sono decisamente minori, a meno di non impiegare OGM per il medesimo fine.
Si vede quindi come non sia necessario ipotizzare alcun complotto per alzare i prezzi dei generi alimentari "biologici": il biologico è intrinsecamente più caro ed inadeguato a ridurre drasticamente il prezzo dei prodotti alimentari di base. Si tratta necessariamente di un lusso per pochi, per le stesse identiche ragioni per cui una nutrizione completa era un lusso per pochi nel Medioevo. Bel paradosso, per i progressisti: favorire politiche che riporterebbero i poveri in condizioni "medievali". Con le migliori intenzioni, ovviamente.
Per qanto riguarda gli OGM, non vedo in cosa sarebbero differenti dalla selezione genetica su basi sistematiche e scientifiche, che ha permesso la Rivoluzione Verde (Norman Borlaug è stato probabilmente il Premio Nobel più azzeccato della storia, Yunus compreso). O, tornando indietro nel tempo, dal "selective breeding" in auge dall'inizio dell'età moderna nelle isole britanniche e nell'Europa nordoccidentale ( praticato poi da sempre, in forma sporadica o meno scientifica, da pastori ed agricoltori in tutto il mondo). Si tratta di una soluzione a basso costo e a minor impatto ambientale rispetto a pesticidi e fertilizzanti; in effetti, si tratta dell'unica soluzione che sia contemporaneamente priva di componenti "chimiche" e a basso costo, quindi disponibile ai poveri.
Illudersi di fare a meno di entrambi, OGM e "chimica agricola", è semplice illusione: al momento, la scelta è fra questi due modelli od una loro combinazione;l'alternativa produrrebbe il ritorno a modelli di consumo alimentare medievali: ossia, qualcuno consuma gli altri crepano di fame e basta. E dire che sarebbero lorsignori a definirsi "umanitari".
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