Con tuta la stima per Fini, qui si concorda con The Right Nation, Freedomland e molti altri amici: candidare una sindacalista del taglio della Polverini è un errore clamoroso. Personalmente credo che puzzi di peronismo , ossia dell'inveterata abitudine di certa destra a rincorrere la sinistra, perché da lì arrivano e lì vogliono tornare. Per citare il padre di Riccardo, non ho mai votato comunista e sono felice di non votare nel Lazio, così non dovrò farlo. Mi intristisce l'idea che sia stato proprio Gianfranco Fini ad avallare una candidatura del genere: è curioso che uno che sostiene di essere passato a destra grazie a John Wayne e ai conservatori americani, si ritrovi a proteggere una delle eredità del "fascismo di sinistra" , quasi agli antipodi rispetto ad una vera cultura conservatrice. Non riesco ad infuriarmi, perché sono ben cosciente del fatto che il resto della classe politica che monopolizza la rappresentanza della destra italiana è solo marginalmente più liberale di Renata Polverini e che in Europa la situazione non è molto migliore, salvo alcune rare eccezioni. Ben venga il Tea Party, dunque, ma non fermiamoci alla compagna Renata
giovedì, gennaio 14, 2010
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