Ennesimo scandalo siciliano :
Raffaele Lombardo ha lavorato sino a notte fonda, fiancheggiato dai suoi "saggi". E alla fine ha sentenziato: alla Sicilia servono quei nove supermanager. Altri nove? Sì, altri nove. Non bastavano i 2.111 dirigenti che hanno consegnato alla Regione il record della burocrazia italiana.
Uno ogni 5,6 dipendenti. In Lombardia ce ne solo 300, uno ogni dodici impiegati. Per non parlare dello Stato, dove il rapporto è di uno a cinquanta. Ma nella pletora isolana di burocrati graduati, ha stabilito la giunta Lombardo, non ci sono le professionalità richieste. Ci vogliono gli "esterni". E pazienza se, con le loro indennità oscillanti da 150 a 250 mila euro i prescelti graveranno per un milione mezzo di euro sul bilancio colabrodo dell'ente. Idonei e arruolati.
Uno scandalo, dicevamo, ed il nostro socio propone una soluzione radicale. Personalmente, non credo che sia necessario togliere autonomia, ma al contrario estenderla anche alle entrate, oltre che alle spese. E' sufficiente togliere le risorse non provenienti dal territorio dalla responsabilità regionale: a Palermo come a Trento possono fare quel che pare a loro con i denari raccolti dai propri cittadini ed elettori, ma soltanto con quelli. In generale, il federalismo, quello vero, deve essere inestricabilmente legato al semplice concetto per cui chi paga poi decide. Altrimenti si tratta di mero assistenzialismo, carità nascosta nei sussidi: il livello di governo che raccoglie determinate risorse le spende, senza eccezioni e si presenta agli elettori a rispondere dell'uso del denaro raccolto.
In questa maniera, vengono meno le possibilità di sprechi di denaro non appartenente al corpo votante che ha eletto un determinato livello di governo. Se i siciliani - o gli altoatesini, che ricevono sussidi anche maggiori - volessero continuare a farsi spennare, liberissimi. Perlomeno, in questo caso le responsabilità sarebbero chiare.