martedì, giugno 13, 2006

Bigiotteria etica, vero. Ma le stanze del buco sono anche peggio.

Marco Taradash ha coniato la definizione di bigiotteria etica, versione persino piu' meschina e provinciale della bigotteria, , e' semplicemente perfetta per descrivere certe reazioni pavloviane e certi errori di metodo di una buona parte della CdL non appena si parla di alcuni temi "etici".

Errori di metodo, e gravi. Perche' nel merito, in quanto liberale e liberista rimango perplesso riguardo alla soluzione statalista e deresponsabilizzante delle  "stanze del buco" e dei PACS;  perplessita' che rimangono inalterate, sebbene da libertario comprenda le ragioni della simpatia e dell'appoggio dei Salmoni a certe proposte.


Mi spiego: da libertario, sono assolutamente antiproibizionista in tema di sostanze psicotrope, nonostante abbia la fortuna di poter acquistare legalmente in Italia alcool, caffeina e nicotina, le mie droghe favorite . Sono convinto che i rapporti fra due o piu' persone andrebbero regolati da contratti fra le parti, non da interventi legislativi, sempre troppo simili al letto di Procuste in queste  faccende. Sono certo che la ricerca scientifica sulle staminali non porti a rischi di una nuova eugenetica e che le ragioni di una interruzione di gravidanza entro una certa data non siano affare del governo o di chiunque altro, al di fuori della coppia o della donna che debbono subire questo calvario.

Da liberale, ho gia' spiegato altrove perche' i PACS mi lasciano perplesso: ritengo che una battaglia per la liberazione del diritto di famiglia dalle molte, troppe imposizioni stataliste  a cui e' stato sottoposto sarebbe  battaglia molto piu' meritevole di quella per la semplice ricerca di qualche nuovo privilegio per una data forma di rapporto sociale.

Allo stesso modo, Mi lascia molto perplesso l'idea delle "stanze del buco" : detto in estrema sintesi, sono personalmente a favore di un antiproibizionismo estremo ma
responsabile: si vende quel che si vuole, si compra quel che pare, ma
le conseguenze le paga il singolo individuo, completamente e con gli
interessi, senza che altri debbano essere obbligati a portargli aiuto. Non credo che i soldi altrui debbano essere spesi
per procacciare un bell'angolino caldo in cui uno si possa drogare in
pace o un letto d'ospedale in cui curarsi.
Non mi preoccupo che vengano impiegati anche i soldi di chi non e' d'accordo con il progetto , come giustamente fa Astrolabio  - ad esempio, la maggioranza cattolica in questa Nazione ha spesso usato i soldi che il governo mi estorce in maniera alquanto discutibile. Anche se i fondi impiegati dal Governo fossero soltanto quelli di coloro che fossero favorevoli all'inizativa, da liberale non potrei che obiettare vigorosamente, a causa dello straordinario potere lasciato a chiunque abbia in mano il governo.
Credo che la liberta' si configuri come una sfera di autonomia, che deve essere protetta dall'intromissione statale, dove ognuno tuttavia e' responsabile delle azioni che sceglie di compiere. In nome di
un approccio "pragmatico" al problema,  si scivola qui ulteriormente verso
la china di una sorta di  "socialismo del buco", dove lo Stato talvolta
fornisce la droga, fornisce gli aghi ed ora fornisce anche il luogo
dove consumare; infine, fornisce l'eliminazione della responsabilita'
individuale per le conseguenze delle proprie azioni; ma nulla in questo
mondo e' gratuito: il prezzo e' anche la fine della liberta', la
sanzione del diritto di chi controlla il governo d'impicciarsi anche
delle scelte personali piu' intime.
Questa volta e' per il bene dei drogati; la prossima volta,  a chi tocchera'? Ricordiamoci che tutta l'architettura paternalista desiderata dai socialisti umanitari e costruita con le migliori intenzioni, venne sin troppo rapidamente impiegata dai totalitari dei piu' vari colori.




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