L'antitrust italiana e' intervenuta sull'accordo ENI-Gazprom, rilevando come sembri mirato ad ostacolare la concorrenza. Il sospetto e' quello di uno scambio, mediante il quale Gazprom subentrerebbe nella distribuzione del gas in alcune aree, lasciate appositamente sguarnite da ENI, che in cambio otterrebbe permessi di sfruttamento per alcuni giacimenti russi.
Inoltre,
Catricalà ha criticato infine l'ipotesi di concentrare al Sud i rigassificatori: "In Italia si sta costruendo un rigassificatore a Rovigo, uno a Brindisi ed uno a Livorno. Si pensa poi a istallarne altri tre, tutti localizzati in Sicilia. La scelta di concentrare tutti questi impianti non appare certo provvida: sarebbe forse più opportuno situarli più diffusamente sul territorio nazionale. Il trasporto del gas dal Sud al Nord, dove c'è maggiore domanda, arricchisce Snam Rete Gas, ma nuoce ai consumatori".
Soprattutto, un assetto del genere eleva il prezzo del gas dei costi di trasporto di Snam, migliorando la posizione competitiva dei monopolisti del tubo, ossia ENI e Gazprom, riducendo ulteriormente le prospettive di alternative credibili nell'asfittico quasi-mercato energetico italiano
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