lunedì, settembre 25, 2006

Gli USA, il maggior hedge fund del pianeta

Gli USA , per la prima volta da decenni, hanno un reddito netto da investimenti negativo. A prima vista, non sembra trattarsi di un problema particolarmente serio: il deficit e' di soli 2.5 miliardi di USD, a fronte di una economia da 13 Trilioni di dollari. Il deficit commerciale e' ad esempio molto piu' vasto - negli ultimi 5 anni il deficit di parte corrente ammonta ad un totale di 2.9 trilioni di dollari.

Com'e' stato possibile assumere 2.5 trilioni di debito netto senza pagare interessi?

Di fatto, gli USA sono stati il maggior hedge fund del pianeta: si sono finanziati mediante prestiti in dollari a tassi bassi, reinvestendo in azioni e quote di capitalie di aziende all'estero, che in media hanno reso molto di piu' di un semplice "treasury" ed assumendosi il rischio di fallimento di tali aziende.
Per fare un esempio, la Banca Centrale della Repubblica popolare Cinese ha investito 250 miliardi di USD in obbligazioni americane, con un rendimento inferiore al 5%. Gli investimenti industriali diretti all'estero americani hanno al contrario fruttato una media dell'8%. Quelli in azioni quotate nei mercati azionari di Paesi Emergenti, il 22%.

Questo differenziale di rendimento ha mascherato l'enorme aumento del debito assunto dagli USA presi come aggregato. I due economisti di Harvard Ricardo Hausmann e Sturzenegger hanno addirittura sostenuto che gli USA non sarebbero per nulla un debitore netto: esisterebbe una massa di attivi patrimoniali non rilevata dalle statistiche ufficiali, quali ad esempio il know-how incorporato nelel filiali estere delle multinazionali americane.

Indubbiamente, fortuna ed abilita' nella gestione degli investimenti hanno aiutato, ma di maggior aiuto ancora sono stati tassi reali molto ridotti se non negativi e la politica monetaria cinese, volta alla svlautaiozne dello Yuan.
Questo meccanismo ha quindi un limite: puo' funzionare soltanto se i tassi d'interesse si mantengono ridotti. L'attuale campagna di aumento dei tassi portata avanti dalla Federal Reserve, per scongiurare fiammate inflazionistiche, ha portato i tassi a breve sopra al 5 % e ha rotto il giocattolo.
Si aprono adesso questioni riguardo alla sostenibilita' del debito in un (lontano) futuro: sino a questo momento, i flussi erano bilanciati e di fatto il peso del debito sul reddito "corrente" era inesistente. D'ora in poi, il pagamento d'interessi andra' ad incidere direttametne sul reddito prodotto all'interno degli USA, con effetti depressivi per l'attivita' economica.
Per il momento, il problema e' ridotto: il debito estero americano e' il 20% del GDP, una percentuale aragonabile alla media dell'Unione Europea. Ma, ora che gli investimenti non ne ripagano piu' gli interessi, si rendera' necessaria una riduzione, tramite una riduzione dei consumi, pena l'avvitamento in una spirale tipica delle crisi valutarie.



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