martedì, giugno 26, 2007

Nazi-anarchici?

Sembra che all'interno della galassia anarchica si siano riprodotte virtualmente gran parte delle correnti di pensiero politico. Ad esempio, mi sfugge come un anarchico contemporaneo possa essere comunista o socialista, quindi collettivista; significa che sarebbe disposto in principio ad impiegare la coercizione per espropriare un bene prodotto o gestito da altri, se lo ritiene destinato all'uso comune, come sembra implicito nella curiosa definizione impiegata da Wikipedia; l'impiego della coercizione, tuttavia, mi pare in palese in contraddizione con gli ideali anarchici. Comprendo tuttavia le ragioni storiche di tale posizione, visto che l'equivoco e la commistione con i collettivisti sono caratteristiche ataviche di parte del movimento, almeno in Europa.
Tuttavia, mi ha lasciato sorpreso come possa esistere il National-Anarchism, ossia una versione dell'anarchia in chiave nazista o neofascista: cioè è possibile coniugare socialismo in economia, razzismo organicista nella costruzione sociale e definirsi anarchici, soltanto perché si auspica una decentralizzazione del potere in piccole comunità?
Questo sarebbe, al massimo, federalismo o sindacalismo. Si tratta del medesimo errore concettuale in cui cadono gli "anarchici" di sinistra; forse leggendo dei loro confratelli fascisti potrebbero cominciare a dubitare dell'opportunità di appropriarsi di certe etichette, se non - come spero - di accorgersi delle contraddizioni insite nelle proprie posizioni.


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