L'esempio di come la tecnologia ed una buona idea possano aiutare a risolvere un dilemma geopolitico.
Il Dubai Multi Commodities Center avrebbe trovato un modo per poter trasportare gas e petrolio fuori dal Golfo Persico, senza attraversare lo Stretto di Hormuz. La società degli Emirati Arabi ha intenzione di costruire un terminal di stoccaggio per il gas naturale a Fujiarah, subito fuori lo stretto e di collegarlo con un gasdotto ed un oleodotto ai campi petroliferi ed alle infrastrutture esistenti, tutti all'interno del Golfo Persico.
Lo stretto di Hormuz è il sottile braccio di mare che collega il Golfo Persico all'Oceano Indiano, dal quale passa gran parte del petrolio prodotto nella zona: chiunque controlli lo stretto, può bloccare l'esportazione da parte dei maggiori produttori mondiali. Il problema è che tale potere è al momento anche in mano all'Iran, che ha minacciato ripetutamente il ricorso al blocco nel caso la comunità internazionale decidesse azioni per impedire violazioni delle norme internazionali. Si tratta di un ricatto in piena regola, il vero fattore che impedirà l'impiego delle maniere forti contro Teheran: nessuno vuole spingere le cose troppo in là, quando si ritrova un coltello puntato alla giugulare.
Il progetto del DMCC, soprattutto se replicato in scala maggiore, potrebbe disinnescare o comunque rendere meno pericolosa la minaccia iraniana: la Repubblica Islamica sarebbe costretta ad un vero e proprio bombardamento, inaccettabile persino per gli Ayatollah perché porterebbe molto probabilmente ad una guerra in piena regola, una guerra che il regime islamico non avrebbe speranze di passare indenne.
Il Dubai Multi Commodities Center avrebbe trovato un modo per poter trasportare gas e petrolio fuori dal Golfo Persico, senza attraversare lo Stretto di Hormuz. La società degli Emirati Arabi ha intenzione di costruire un terminal di stoccaggio per il gas naturale a Fujiarah, subito fuori lo stretto e di collegarlo con un gasdotto ed un oleodotto ai campi petroliferi ed alle infrastrutture esistenti, tutti all'interno del Golfo Persico.
Lo stretto di Hormuz è il sottile braccio di mare che collega il Golfo Persico all'Oceano Indiano, dal quale passa gran parte del petrolio prodotto nella zona: chiunque controlli lo stretto, può bloccare l'esportazione da parte dei maggiori produttori mondiali. Il problema è che tale potere è al momento anche in mano all'Iran, che ha minacciato ripetutamente il ricorso al blocco nel caso la comunità internazionale decidesse azioni per impedire violazioni delle norme internazionali. Si tratta di un ricatto in piena regola, il vero fattore che impedirà l'impiego delle maniere forti contro Teheran: nessuno vuole spingere le cose troppo in là, quando si ritrova un coltello puntato alla giugulare.
Il progetto del DMCC, soprattutto se replicato in scala maggiore, potrebbe disinnescare o comunque rendere meno pericolosa la minaccia iraniana: la Repubblica Islamica sarebbe costretta ad un vero e proprio bombardamento, inaccettabile persino per gli Ayatollah perché porterebbe molto probabilmente ad una guerra in piena regola, una guerra che il regime islamico non avrebbe speranze di passare indenne.
tag: Iran, Oil, Energia, Medio Oriente