Il comportamento di Obama durante la tragedia BP è quanto di meno americano si possa immaginare: ideologico, populista ed ipocrita.
Da un lato, l'amministrazione ha lasciato che i propri legami con i sindacati e le proprie antipatie politiche rallentassero drammaticamente gli aiuti e impedissero l'accesso alla migliore tecnologia per contenere il disastro. Dall'altro, si è inutilmente trasformata BP in un capro espiatorio, danneggiando la reputazione degli USA e facendo compiere al governo americano un altro passo verso l'eurosclerosi.
BP ha enormi responsabilità ed è certo che dovrà pagare. Fortunatamente, negli USA esistono leggi specifiche ed esistono i tribunali, notoriamente poco inclini a lasciar correre. Esiste anche una legione di avvocati specializzati nel mungere le multinazionali per le cause più assurde, che non avranno alcuna difficoltà nel costringere BP a pagare, di fronte a cotanto disastro. Non serve che il presidente degli USA si debba comportare come i un gangster di Chicago e cercare qualcuno da "prendere a calci in culo", come ha dichiarato recentemente. Non si vede alcuna necessità per la quale un governo debba effettuare un intervento extra-legale, come sta avvenendo in questi giorni. Si tratta di una reazione che sa di tattica elettorale disperata, diseducativa e deleteria per gli interessi americani all'estero: il prossimo demagogo che deciderà di espropriare o mungere un'azienda occidentale potrà sostenere di essersi ispirato al compagno Barack Obama, con tanti saluti alla Rule of Law ed alla certezza del diritto.
La necessità di trovare un capro espiatorio è urgente, a causa di una gestione dell'emergenza a dir poco criticabile, tanto da essere considerata dai residenti della Lousiana peggiore della gestione dell'uragano Katrina . L'ipocrisia dell'amministrazione Obama è ancora più ecidente se si considera come non abbia "trovato tempo "per autorizzare i governatori repubblicani ad impiegare i volontari della Guardia Nazionale per intere settimane e come si sia rifiutata di sospendere il Jones Act, una norma protezionistica che impedisce a navi straniere o con marinai non americani di navigare nelle acque interne USA e che ha costretto l'amministrazione a rifiutare inizialmente l'offerta olandese di navi attrezzate con barriere di contenimento e di attrzzature per sifonare il petrolio. E' una legge che è stata sospesa durante l'uragano Katrina, ma che viene difesa dai sindacati, i maggiori finanziatori e sostenitori della campagna elettorale di Obama . Il fatto che alla Casa Bianca si pensa che irritare i sindacati sia peggio che lasciare coprire il Golfo del Messico da una marea nera la dice lunga sulle priorità di questa amministrazione.