Oggettivista fa giustamente notare, con un gustoso paragone storico, come a Milano questa volta ci siamo magari evitati il male peggiore, ma che si deve ancora lavorare davvero molto. Forse sulla comunicazione, ma dal mio punto di vista, soprattutto sull'elaborazione del programma, ancor prima che sulla sua applicazione.
Infatti, a livello nazionale almeno abbiamo un abbozzo di programma, soprattutto alla luce di una toeria liberale del governo; questo in teoria, perche' dobbiamo riconoscere che in pratica la sua applicazione e' stata troppo spesso una farsa nella quale chi ci ha guadagnato e' stata la nota multinazionale e pochi altri.
A livello locale, siamo messi ancora peggio. Non solo l'elaborazione programmatica e' insesistente o totalmente illiberale, ma la pratica amministrativa e' troppo spesso quella di rincorrere l'assistenzialismo di sinistra ; perche' poi stupirsi che il proprio elettorato si stanchi e voti per gli statliasti originali, invece che per la versione soft?
Infatti, a livello nazionale almeno abbiamo un abbozzo di programma, soprattutto alla luce di una toeria liberale del governo; questo in teoria, perche' dobbiamo riconoscere che in pratica la sua applicazione e' stata troppo spesso una farsa nella quale chi ci ha guadagnato e' stata la nota multinazionale e pochi altri.
A livello locale, siamo messi ancora peggio. Non solo l'elaborazione programmatica e' insesistente o totalmente illiberale, ma la pratica amministrativa e' troppo spesso quella di rincorrere l'assistenzialismo di sinistra ; perche' poi stupirsi che il proprio elettorato si stanchi e voti per gli statliasti originali, invece che per la versione soft?