In Italia, diceva Flaiano, la situazione e' grave, ma non e' mai seria. Lo stesos aforisma descrive chiaramente le accuse incrociate di regime, si cui di preoccupa oggi l'oggettivista:
Con il governo Berlusconi, insomma, non c’è mai stato un rischio reale di regime. Non solo perché Berlusconi non aveva alcuna intenzione di instaurarne uno, ma perché i contropoteri e i contrappesi, se messi assieme, erano di fatto più influenti del governo stesso. Adesso, invece, corriamo un serio rischio di regime, per totale assenza di contrappesi. La sinistra occupa tutte le cariche istituzionali (manca solo il Presidente della Repubblica, ma aspira anche a quello), nazionali e locali, più tutti i gruppi di influenza (media, editoria, grande industria, sindacati, burocrazia…) che ho elencato prima.
Perosnalmente, non ho mai creduto alla possibilita' del regime berlusconiano; allo stesso modo, non credo al possibile regime rossobuianco, non ancora, almeno. Temo molto di piu' l'asfittica cappa di conformismo che si sta per venire a creare: nessuna censura, ma un muro di gomma dove la verita' non passa sino a quando non venga filtrata attraverso le lenti rosa del cattocomunismo imperante; e dato che la mente umana e' sul luingo periodo l'unica vera risorsa indispensabile, cinque anni di consenso coatto farebbero danni tali da provocare il lento declino della nazione.