venerdì, maggio 12, 2006

Libere Associazioni , fondamento della civilta' minacciate dello Stato

Da TechCentralStation, una recensione della ricerca di Meir Kohn sul ruolo determinante della "societa' civile " nella nascita dell'ordine liberale , sulle orme di Hayek, ma anche in un certo senso nella nascita di una nazione, tout court:
Kohn's theory is that the associational state -- meaning limited government that is held accountable to the governed -- is built from the bottom up by smaller forms of associations. Government as we know it is not created by constitutions or democratic vote. Those institutions can help to maintain associational government once it is established, but associational government is possible in the first place only if people have a strong tradition of religious, commercial, and lesser governmental institutions.
In The Anglosphere Challenge to the Political Left , si discute invece nuovo libro di James C. Bennett, con qualche digressione sul cambiamento del ruolo dell'accademia nel panorama intellettuale americano. Bennet espone la sua interpretazione : le isituzioni che si sono evolute nella "anglosfera" hanno permesso l'evoluzione un "governo associativo" del tipo descritto da Kohn e sono massimamente efficienti nel nostro contesto moderno, a causa di una caratteristica peculiare: riducendo i costi di entrata ed uscita da una comunita', senza pero' indebolirne i vincoli una volta al suo interno, permettono l'evolversi di quelle "lealta' multiple" essenziali ad una societa' liberale e ad un'economia di mercato funzionante, grazie anche all'aumento della fiducia negli affari condotti con "estranei" ; quella fiducia che gia' Francis Fukuyama riteneva essenziale per il successo di una civilta'.

L'Italia e' una nazione che ha goduto di un inizio di "governo associativo" , sfortunatamente abortito, anche a causa della struttura "colettivista" di molti fra i corpi intermedi nell0Italia tardomedievale. Ne subiamo le conseguenze ancor oggi, a quasi tutti i livelli della vita associata.
L'estensione dei poteri del governo, od una sua maggiore "apertura democratica", qualsiasi cosa significhi, non risolverebbe certo il problema; al contrario, credo che nel nostro Paese sarebbe estremamente utile un misto di riconoscimento del ruolo di corpi intermedi e di riforme liberali, utili ad impedire che tali corpi s'incancreniscano nuovamente nel tentativo di ricreare i meccanismi coercitivi tipici dello Stato.


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