Su Cato Unbound, Ross Douthat continua la discussione sul Futuro del fusionismo. La sua tesi e' che il matrimonio fra libertari e "moralisti" e' ormai un matrimonio d'interesse, ma che non esiste alternativa: il divorzio sarebbe un suicidio politico per entrambi.
I libertari non possono permettersi di cercare una "terza via": mancano i numeri per andare da soli e la sinistra e' troppo collettivista per accettare il credo della responsabilita' individuale su cui si fonda il liberalismo. I conservatori culturali invece possono scendere tranquillamente ad un accordo: la liberta' dal governo, i maggiori spazi di autonomia individuali vengono impiegati impiegati per organizzare comunita' socialmente conservatrici o e per continuare le proprie battaglie contro i matrimoni gay o l'aborto; inoltre, i sostenitori del ruolo ridotto del governo nell'economia e nell'assistenza si trovano soprattutto a destra, dove da un lato le istituzioni a sfondo religioso hanno svolto compiti assistenziali ed educativi da prima dello Stato moderno, dall'altro, il protestantesimo evangelico ribadisce con forza, come i libertari, la necessita' che il singolo "meriti" cio' che ottiene attraverso il lavoro e non tramite l'elemosina.
I conservatori culturali hanno bisogno dei libertari come antidoto alle tentazioni stataliste, come dimostra il caso europeo: la costruzione di un Leviatano per imporre una visione religiosa alla societa' e' stata letale, distruggendo le fondamenta per la prosperita' della religione. Infine, i libertarian sono molto piu' "smart" del bigotto ehm conservatore culturale medio, utilissimi da avere intorno in una rissa :-)
Europe—which is that if you set out to create a socially-conservative big government, you'll destroy the very incentives that make faith and family thrive in the first place. (Also, libertarians are "wicked smaht"—much smarter than your average social-con—and useful to have around in an intellectual knife fight.)
Technorati Tags: Politica, Fusionismo, Liberali, Liberalismo, Cultura