We solve each household's optimal saving decisions using a life cycle model that incorporates uncertain lifetimes, uninsurable earning and medical expenses, progressive taxation, government transfers, and pension and social security benefits. With optimal decision rules, we compare, household by household, wealth predictions from the life cycle model using a nationally representative sample. We find, making use of household-specific earnings histories, that the model accounts for more than 80 percent of the 1992 cross-sectional variation in wealth. Fewer than 20 percent of households have less wealth than their optimal targets, and the wealth deficit of those who are undersaving is generally small.
Cowen ricorda quanto tale risultato non garantisce che verranno affrontati i seri rischi, soprattutto demografici, che arriveranno nei prossimi anni, in quanto presuppone la continuazione di alcuni dei programmi sanitari e d' assistenza con gli stessi attuali parametri, probabilmente insostenibili.
Il dubbio che sorge e' abbastanza semplice: negli
USA si risparmia piùo meno quanto si desidera; ma questo livello e' sufficiente?
il modello presentato dimostrerebbe che la maggior parte degli individui negli USA starebbe centrando il livello di risparmio previdenziale desiderato. Risultato ammirevole, ma non garantisce della solvibilità del sistema: esiste ancora il rischio di un deficit, che Pantalone dovrà ripianare, una cifra che
l'individuo razionale sa di poter estorcere al governo. Alcuni comportamenti sembrerebbero dare ragione a chi, nei
commenti al post di Cowen, evidenzia i rischi di "
moral hazard" del sistema pensionistico attuale e la sua influenza : sapendo di avere comunque la rete di sicurezza, percepita come illimitata, del governo USA, molti investono i propri risparmi in maniera eccessivamente rischiosa oppure li spendono, confidando nel governo in caso di cattivi investimenti o di eccessiva auto-indulgenza.
Insomma, gli individui sono soddisfatti dei propri piani pensionistici, perché esiste una greppia da cui pensano di poter attingere in caso di fallimento dei propri investimenti rischiosi.
Non si tratta della migliore delle garanzie, soprattutto per un economista liberale: gli individui sono razionali, ma portati a fidarsi delle promesse
d'uno Stato che probabilmente sta mentendo loro.
Meglio sarebbe fare in modo che
gli individui si rassegnino e comincino a risparmiare: uno dei metodi, proprio ripensando a questo
paper, sarebbe proprio la privatizzazione del sistema pensionistico.
Infatti, qui si dimostra come anche in fatto di pensioni, la maggior parte
degli individui e' in grado di prendere decisioni razionali e coerenti con i propri obbiettivi, adattando il proprio comportamento in funzione dei mezzi necessari al compimento di tali obbiettivi. E' inutile lamentarsi del fatto che l' individuo si appoggi alle promesse pensionistiche: fin quando ne ritiene probabile il mantenimento, si appoggerà a questa promessa incondizionata fatta da un ente che l' individuo reputa sovrano e quasi onnipotente, lo Stato, che con le proprie
irrealistiche promesse contribuisce a creare il "deficit di risparmio" di cui si sente parlare.
Lo scioglimento del vincolo fra Stato e piani pensionistici, invece , o perlomeno la chiara separazione
contaible fra contributi dei lavoratori e denaro prelevato dalla fiscalità generale, renderebbe molto chiaro il carattere fiduciario del sistema pensionistico, costringendo
gl'individui a rivedere i propri obiettivi di risparmio , ritoccandoli al rialzo e
rimuovendo l'ennesima contraddizione di Stato: un sistema pensionistico che, con la sua stessa esistenza, riduce probabilmente lo stock di risparmio della nazione.
Update: BradDelong (
rojolink) e Arnold Kling su
EconLog condividono una certa perplessita' riguardo ai livelli di risparmio che le famiglie USA riterrebbero ottimali.