Liberali per Israele ha documentato lo scandalo delle menzogne a mezzo televisivo quotidianamente blaterate dai fondamentalisti islamici e dai loro sodali europei.
Scandaloso. Quel ch'e' peggio, poi, e' la reazione dell'Occidente "politicamente corretto", sempre pronto a credere a qualsiasi affermazione anti-occidentale, comprese quelle piu' facilmente confutabili da una semplice lettura dei giornali, oppure di un qualsiasi libro di storia. Come puo' essere possibile che una quota rilevante della casta intellettuale nostrana, ostentatamente scettica quando si tratta dei propri compatrioti, non provi alcun desiderio di esercitare tale critica nei confronti di chi vorrebbe minare le basi del vivere comune?
Questo delirio masochistico e' in parte comprensibile per la sinistra europea, che non si e' mai preoccupata di affermare il proprio amore per il totalitarismo, qualora fosse portatore di una visione adeguatamente "progressiva" e filocomunista. La democrazia, per la SInistra europea, s'identificava con quella "sostanziale" e "popolare" in auge nell'Est europeo.
Sconcerta come tale fenomeno abbia contagiato anche la Sinistra americana; ancora piu' notevole, siamo arrivati al punto di negare le parole d'ordine e le priorita' che la sinistra ed i progressisti hannno sempre sostenuto di avere a cuore: in particolare, la difesa e l'impegno alla diffusione dei diritti civili e della democrazia nel mondo. Specialmente durante la guerra fredda, l'Occidente veniva duramente criticato per
venire talvolta meno alla difesa ad ogni costo delle procedure
democratiche, per non accanirsi per la promozione della parita' fra uomo e uomo in ogni angolo del pianeta.Tale difesa del metodo democratico e' stato uno dei fondamenti della pretesa superiorita' morale dello schieramento "progressista", contrapposto al decadente e poco democratico mondo conservatore, sentina d'ogni vizio, agli occhi degli idealisti a sinistra.
Eppure, come documenta Christian Rocca nella suo articolo
centrato sulla nuova fatica di George Soros , una parte della sinistra radicale americana ha buttato a mare il suo atttaccamento a questi valori ed a queste battaglie, sino al punto di abbandonare la difesa di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace e leader della opposizione democratica e non violenta alla giunta militare birmana. Questo voltafaccia genera un cortocircuito verbale sorprendente: gli intellettuali che ci ostiniamo a definire "Democratici" e "radicali" sono divenuti i preferiti da dittatori quali Chavez ed Ahmadinejad, mantre Al Qaida ne cita con approvazione le analisi.
Alla luce di tutto questo, sorge un dubbio: a furia di sentirsi ripetere dai servi del collettivismo sovietico che l'Occidente ha sempre torto ed il "Paradiso dei Lavoratori" sempre ragione , i nipotini degli "intellettuali impegnati" ora credono che chiunque sia antioccidentale abbia ragione a prescindere, non importa quanto enormi siano le menzogne? Dittatori e terroristi, verdi o rossi hanno ora preso il posto dei gerarchi sovietici, grazie anche ai buoni auspici di autocrati sudamericani col piede in due staffe, prontissimi a riutilizzare gli utili idioti lasciati in eredita' dalla generaizone di Castro e Che Guevara.
Possiamo, vogliamo ancora credere alla buona fede di questa quinta colonna? Molti fra loro si sono a malapena degnati di ammettere gli "errori" passati, appena prima di commetterne di nuovi e di ricominciare ad aggredire coloro cui la Storia si e' premurata di dare ragione. Sopravviveremo anche a questi? Ma soprattutto, perche' dovremmo sopportarli ancora?
Scandaloso. Quel ch'e' peggio, poi, e' la reazione dell'Occidente "politicamente corretto", sempre pronto a credere a qualsiasi affermazione anti-occidentale, comprese quelle piu' facilmente confutabili da una semplice lettura dei giornali, oppure di un qualsiasi libro di storia. Come puo' essere possibile che una quota rilevante della casta intellettuale nostrana, ostentatamente scettica quando si tratta dei propri compatrioti, non provi alcun desiderio di esercitare tale critica nei confronti di chi vorrebbe minare le basi del vivere comune?
Questo delirio masochistico e' in parte comprensibile per la sinistra europea, che non si e' mai preoccupata di affermare il proprio amore per il totalitarismo, qualora fosse portatore di una visione adeguatamente "progressiva" e filocomunista. La democrazia, per la SInistra europea, s'identificava con quella "sostanziale" e "popolare" in auge nell'Est europeo.
Sconcerta come tale fenomeno abbia contagiato anche la Sinistra americana; ancora piu' notevole, siamo arrivati al punto di negare le parole d'ordine e le priorita' che la sinistra ed i progressisti hannno sempre sostenuto di avere a cuore: in particolare, la difesa e l'impegno alla diffusione dei diritti civili e della democrazia nel mondo. Specialmente durante la guerra fredda, l'Occidente veniva duramente criticato per
venire talvolta meno alla difesa ad ogni costo delle procedure
democratiche, per non accanirsi per la promozione della parita' fra uomo e uomo in ogni angolo del pianeta.Tale difesa del metodo democratico e' stato uno dei fondamenti della pretesa superiorita' morale dello schieramento "progressista", contrapposto al decadente e poco democratico mondo conservatore, sentina d'ogni vizio, agli occhi degli idealisti a sinistra.
Eppure, come documenta Christian Rocca nella suo articolo
centrato sulla nuova fatica di George Soros , una parte della sinistra radicale americana ha buttato a mare il suo atttaccamento a questi valori ed a queste battaglie, sino al punto di abbandonare la difesa di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace e leader della opposizione democratica e non violenta alla giunta militare birmana. Questo voltafaccia genera un cortocircuito verbale sorprendente: gli intellettuali che ci ostiniamo a definire "Democratici" e "radicali" sono divenuti i preferiti da dittatori quali Chavez ed Ahmadinejad, mantre Al Qaida ne cita con approvazione le analisi.
Alla luce di tutto questo, sorge un dubbio: a furia di sentirsi ripetere dai servi del collettivismo sovietico che l'Occidente ha sempre torto ed il "Paradiso dei Lavoratori" sempre ragione , i nipotini degli "intellettuali impegnati" ora credono che chiunque sia antioccidentale abbia ragione a prescindere, non importa quanto enormi siano le menzogne? Dittatori e terroristi, verdi o rossi hanno ora preso il posto dei gerarchi sovietici, grazie anche ai buoni auspici di autocrati sudamericani col piede in due staffe, prontissimi a riutilizzare gli utili idioti lasciati in eredita' dalla generaizone di Castro e Che Guevara.
Possiamo, vogliamo ancora credere alla buona fede di questa quinta colonna? Molti fra loro si sono a malapena degnati di ammettere gli "errori" passati, appena prima di commetterne di nuovi e di ricominciare ad aggredire coloro cui la Storia si e' premurata di dare ragione. Sopravviveremo anche a questi? Ma soprattutto, perche' dovremmo sopportarli ancora?
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