lunedì, ottobre 02, 2006

Un paio di conti

Questa mattina in ufficio mi sono divertita a vedere di quanto sarebbe aumentata la tassazione per all’interno dei vari scaglioni per i quali cambiano le aliquote IRPEF ed il risultato, come del resto immaginavo, è inquietante:

Reddito Lordo regime fiscale precedente regime fiscale finanziaria 2007 delta* aumento dell’aliquota marginale
15.000 3.450 3.450 0 0%
20.000 4.600 4.800 200 1,00%
25.000 5.750 6.150 400 1,60%
30.000 7.300 7.720 420 1,40%
35.000 9.040 9.620 580 1,66%
40.000 10.990 11.520 530 1,32%
45.000 12.940 13.420 480 1,06%
50.000 14.890 15.320 430 0,86%
55.000 16.840 17.220 380 0,69%
60.000 18.790 19.270 480 0,80%
65.000 20.740 21.320 580 0,89%
70.000 22.690 23.370 680 0,97%
75.000 24.640 25.420 780 1,04%
%le del reddito lordo


*differenza tra regime fiscale finanziaria 2007 e regime fiscale precedente

Inquietante, perché guardando i numeri mi domando: ma chi è che dovrebbe beneficiare di questa novità della Finanziaria 2007, la Finanziaria dell’equità e della redistribuzione del reddito?

Dunque, due conti della serva sulla carta da formaggio (d’accordo ho usato excel, è più semplice!) mi dicono che chiunque con un reddito annuo lordo a partire da oltre 15 mila euro ci perde qualcosa. Il qualcosa più sostanzioso è quello per le fasce di reddito indicate nella tabella.

Il dibattito sulla stampa si è focalizzato sui redditi superiori a 75 mila euro per i quali l’aliquota arriverà al 43%, che è davvero un salasso; a quanto pare però, e credo interessi un poco a tutti, l’aumento non riguarda solo costoro, ma anche chi certo non si può annoverare tra il ceto medio, a meno di non avere un’idea di tale categoria decisamente ampia e non correlata alla realtà italiana.

Prodi e Padoa Schioppa si stracciano le vesti nel ripetere che le promesse sono state mantenute e la Finanziaria 2007 persegue l’equità sociale, ma a me non riesce ad essere chiaro chi beneficerà di tale presunta equità. Dimostrato, numeri alla mano, che non ne beneficia chi ha un reddito lordo superiore a 20 mila euro, so per certo che è stata aumentata la no tax area da 250 a 500 euro. Bene, ne sono davvero felice, ma siamo sicuri che cotanto sforzo (a mio parere senza dubbio utile e forse doveroso) non potessero essere raggiunto in altro modo? Tanto più che per tutti (e quindi non solo per il cosiddetto ceto medio estendibile come dimostrato a redditi a dir poco bassini) e quindi anche per i “poveri” vi sarà l’aumento del ticket, l’aggravio della tassazione sulle rendite finanziarie (e quindi, anche sui titoli di stato notoriamente acquistati non da chi ha un grosso patrimonio, il quale generalmente si affida alla gestione individuale da parte di investitori specializzati che non acquistano certo bot, ma da chi ha qualche risparmio in banca), i tagli ai trasferimenti dallo stato ai comuni e alle regioni i quali, per far fronte alla spesa faranno leva sulle imposte da loero controllate, l’aumento dell’imposta di registro per il trasferimento di una casa anche da padre a figlio, l’aumento dell’imposta sulle donazioni e, infine, ricordando l’elevata percentuale di possessori di casa in Italia, l’impatto di sicuro aumento dell’ICI a fronte del trasferimento del catasto ai comuni che aggiorneranno le stime.

Dove risiede la compensazione a tutto ciò? Solo sull’innalzamento della no tax area? Mi sembra davvero un po’ pochino.
Qualcuno dice che con la nuova Finanziaria, le deduzioni vengono sostituite dalle detrazioni, le quali, agendo direttamente sull’ammontare da pagare e non quindi sull’imponibile, decreterebbero un beneficio netto per chi ha familiari a carico. Ben venga la detrazione, ancora però ho forti dubbi sull’effetto netto di tutte queste imposte certe e benefici ipotetici, e già questo fatto mi pare degno di nota negativa.

L’incertezza non giova in economia, mai, e come ho già avuto modo di dire, non sapere a cosa si va incontro non permette di fare piani per il futuro né agli individui, determinando un livello crescente di consumi, né alle aziende che avranno difficoltà a programmare investimenti e quindi sviluppo (dell’incertezza creata dalla Finanziaria per le aziende ho già avuto modo di dire).

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