Il viaggio moscovita di Condoleezza Rice non e' servito a molto: secondo il Ministro degli Esteri Sergey Lavrov, La Russia non permetterà al Consiglio di Sicurezza di punire l'Iran (Fonte: WSJ) in alcun modo:
"We won't be able to support and will oppose any attempts to use the Security Council to punish
A questo punto smettiamola di fingere: non e' più realistico aspettarci che Teheran rispetterà mai un qualsiasi accordo con l'ONU, venendo a mancare una qualsiasi possibilità di conseguenze negative, grazie al veto di Mosca in Consiglio di Sicurezza.
Il comportamento russo mi sembra velleitario, ma soprattutto controproducente, se davvero l’interesse del governo moscovita fosse rivolto a stabilità e pace: pur non essendo in grado di fornire una soluzione alternativa, minaccia d'impiegare un relitto del proprio passato imperiale, negando alla comunità occidentale uno dei pochi strumenti pacifici per risolvere la questione iraniana (che va risolta e non se ne andrà da sola), rendendo quindi più probabile l’impiego di procedure e strumenti esterni alle nazioni unite o addirittura, in caso estremo, il ricorso alla forza.
Dato che molto probabilmente ai russi interessa invece soltanto mantenere il più ampio margine possibile di autonomia per continuare a (mal)governare quel che resta del proprio impero, la mossa assume ben altro significato.
Con questi esempi di funzionamento della diplomazia multinazionale, quanto tempo il governo russo s'illude che passerà, dall'inaugurazione del primo reattore in Iran, prima che Teheran metta i propri vicini e l'Occcidente di fronte a ricatti anche peggiori - invece che grano e petrolio, chiedendo per cominciare di abbandonare prima gli stati arabi moderati e poi Israele?
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