lunedì, febbraio 23, 2009

Banche, GM e Chrysler: lo scandalo continua.

Cosa Non fanno alcune decine di milioni di dollari in contributi elettorali ed una leale base sindacale: General Motors e Chrysler non si devono neppure preoccupare di trovare il pacchetto finanziario necessario in caso di amministrazione controllate: il Tesoro americano lo sta facendo per loro.
A lato, proseguono le manovre per nazionalizzare le mega-banche USA. Il termine è un esempio di ipocrisia: si dice nazionalizzazione anche quando si parla di passi che non richiedono un intervento statale, se non per bramosìe politiche e peccati burocratici.

Non esiste un motivo serio per cui GM e Chrysler non possano esser poste in amministrazione controllata - esattamente come non esiste un motivo per cui non possano andarci le banche , una volta che i conti correnti siano stati garantiti. Le aziende potrebbero essere ristrutturate rapidamente e le perdite verrebbero ripartite fra degli azionisti troppo stupidi per non accorgersi dei danni inflitti dalla dirigenza che hanno appoggiato e da creditori troppo pigri e codardi per non ritirare il proprio appoggio - ed i propri soldi - in tempo utile.

Il vero problema è il desiderio dei banchieri centrali e dei burocrati nelle agenzie di regolamentazione di non ammettere la propria sconfitta e la voglia della classe politica e dei sindacati di poter controllare il credito, manipolandolo a fini "sociali" - in una simpatica riedizione dei fasti del socialismo e dell'economia nazista.
Un commissariamento ha dei limiti temporali e richiede un accordo con i creditori, mentre la nazionalizzazione permette di nascondere il fallimento sotto il tappeto e fingere che vada tutto bene - a spese del contribuente.



Hat tip: Naked Capitalism

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