Chi sogna uno sviluppo a colpi di fondi europei, come accadde a Spagna e Portogallo, ecco un dato fondamentale: per l'Italia, il saldo fra fondi ricevuti e contributi versati è negativo per 30 miliardi di euro per il decennio 1995-2006. Ancora più preoccupanteil dato del 2007, con 10 miliardi di disavanzo per un solo anno.
In sintesi, i consumatori italiani versano parte dell'IVA all'Unione Europea, che poi la impiega per bruciare cifre ingenti a vantaggio di agricoltori sussidiati e regioni altrettanto sussidiate. Per il disturbo, spariscono 30 miliardi di euro, ossia tre manovre finanziarie di taglia "normale". Lo "sviluppo" dei nostri cugini iberici e la bella vita degli agricoltori francesi (oltre che di quelli italiani), che godono di privilegi degni dei nobili nell'ancien régime, vengono finanziati anche dagli italiani, non soltanto dai tedeschi e dagli olandesi, ma si sa, è più facile cullarsi nel pensiero che l'Unione Europea sia come lo Stato nella definizione dell'abate Sèyes: "L'illusione che chiunque possa campare a spese di tutti gli altri".
C'è sempre un conto da pagare e noi italiani siamo tanto pirla da non accorgerci che anche noi siamo fra quelli con il portafogli aperto.
lunedì, marzo 23, 2009
Europa, quanto ci costi.
Posted by J.C. Falkenberg at 11:45 AM
Labels: Sprechi , sussidi , unione europea
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