Il papa vorrebbe entrare e pregare nella moschea di Al- Aqsa. Ci permettiamo di dubitare che potrà farlo a testa alta, senza sottoporsi a concessioni importanti, ma siamo convinti che non vi saranno problemi: il Vaticano non ha mai fatto mistero di preferire l'Islam ad Israele, sino al punto di coprire prelati cattolici colti in flagranza di terrorismo; se il prezzo consisterà quindi nell'ennesima condanna dell'unica democrazia mediorientale non sarà un grande sacrificio.
Non vediamo quali altre concessioni potrebbe fare sulla pelle dei cristiani mediorientali, già relegati ad uno stato di dhimmitudine senza che la Santa Sede abbia mai aperto bocca, neppure in occasione di persecuzioni e tentate stragi di pellegrini, quando altri contesti episodi anche minimi scatenano dichiarazioni di fuoco da parte delle gerarchie cattoliche.
In cambio, Papa Ratzinger potrà avvicinarsi ulteriormente un modello per cui parte della Curia prova una gran nostalgia e una certa affinità: la teocrazia, senza tutte quelle stupide regole liberali che impediscono a Santa Romana Chiesa di far quel che le pare senza neppure dover fingere di giustificarsi.
Svegliamoci: a certa curia non interessa difendere l'Occidente e la libertà, ma soltanto una certa idea della religione.
martedì, marzo 10, 2009
L'assolutismo val bene una messa, figuriamoci una moschea
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