giovedì, dicembre 21, 2006

Welby ed i mangiatori di loto

Forse è davvero finalmente libero; forse qualcuno lo ha aiutato, forse no, ma di certo qualcuno lo ha ascoltato e compreso.

Credo vi siano almeno due considerazioni da fare: da un lato, che certa gente che si riempie la bocca di termini come carità cristiana e perdono non dovrebbe poi invocare il rogo per chicchessia; ha ragione chi gli chiede di vergognarsene, anche in termini estremamente forti.

Dall'altro, non credo si debbano temere le soluzioni auspicate da Luca Volonté; questa Italia forse non sta davvero troppo bene, ma non perché si rischia un dibattito feroce o provvedimenti draconiani, in un senso o nell'altro: al contrario, perché come al solito questa nazione vive di emergenze e casi celebri, immersi tuttavia nel generale desiderio di tirare a campare senza noie, non certo di ragionamenti e sfide a viso aperto. Passata l'emergenza, passata l'eccitazione del momento e la voluttà di separazione in tifoserie calcistiche, torniamo ad imitare i Lotofagi, i mangiatori di loto dell'Odissea, cullandoci nei nostri sogni e perdendo la memoria, sino alla prossima crisi.

Il vero rischio è proprio che, come accade solitamente, poco o nulla viene deciso, tutto finisce sopito e anestetizzato, affogato nell'istinto profondo, connaturato a troppi italiani, quello di ritrarsi e galleggiare, sperando che i problemi si risolvano da soli.

Welby resterà nella cronaca, ma temo che non ci sia speranza che questa lezione rimanga, in un senso o nell'altro, nella nostra Storia.

Hat tip: Libero Pensiero, Jinzo, Dall'altraparte, Inyqua

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