domenica, marzo 18, 2007

Sircana ed i sottili pudori di Oggi

Quella delle fotografie a Silvio Sircana potrebbe essere la solita, noiosa storia di peccatucci personali e meschini tentativi di ricatti ad un personaggio pubblico di mezz'età. Le ultime dichiarazioni del direttore di "Oggi" e le azioni del Garante della Privacy, invece, trasformano la vicenda nell'ennesimo esempio lampante dell'atteggiamento da ancien régime di questa maggioranza, che si ritiene un'aristocrazia, una casta di eletti al di sopra della legge e della morale comuni.

«Quando mi proposero il servizio - ricostruisce il direttore di Oggi Pino Belleri - mi dissero che era arrivato da Roma pochi giorni prima. C’è stata una rapida trattativa e poi l’ho acquistato perché mi sembrava molto interessante anche se incompleto. E per evitare che finisse alla concorrenza. Poi non l’ho pubblicato perché volevo valutare meglio le circostanze visto che toccava una sfera sensibile come quella della privacy».
Uno dei maggiori azionisti di Rcs, che pubblica Oggi, è la Intesa-Sanpaolo, creatura di Giovanni Bazoli, sodale e sponsor massimo di Romano Prodi. Il dubbio sorge: privacy o tentativo d'insabbiamento?

Di per se', la faccenda è da pettegolezzo di bassa cucina, da giornaletto scandalistico insomma; rimarrebbe al massimo il disagio per il "portavoce unico" di governo che si fa sorprendere a rischiare la violazione di norme del codice, oltre che quella della decenza e del codice di comportamento preteso dal suo status di "cattolico".

Quello che la dovrebbe rendere degna di attenzione e di una battaglia civile è la sua natura esemplare. Chi scrive è convinto da parecchio tempo che i membri del circolo mortadella siano al di sotto di ogni sospetto: già Vincenzo Visco, ministro della Repubblica che sogna il terrorismo di stato contro i contribuenti, si è fatto condannare per abusivismo edilizio.
Poca sorpresa, quindi, ma una certa tristezza nell'assistere allo spettacolo di un Garante della Privacy che di colpo si trasforma in censore e protettore della privacy dell'amico degli amici, laddove Sottile, per molto meno, è stato linciato sulla pubblica piazza (salvo poi essere assolto con formula piena in Tribunale); molti fra coloro che ora si ergono a difesa di Sircana in nome della decenza e del diritto erano fra i più attivi lapidatori del portavoce di Gianfranco Fini. I tanti moralisti, prontissimi a criticare ogni passo falso dei membri del Governo Berlusconi, adesso si scoprono muti e sordi?

Lorsignori a sinistra credono davvero che essere progressisti renda "antropologicamente superiori", degli oltreuomini immuni alla legge ed agli standard morali che si pretenderebbe di far seguire al volgo, al popolino comune? Oppure, più semplicemente, i fustigatori dei costumi tengono anch'essi "famiglia" e si ricordano bene un particolare: a Mondadori od in Mediaset, il "padrone" non oserebbe cacciare un giornalista, per timore di essere accusato di conflitto d'interessi; anzi, è il giornalista non inclinato a sinistra che rischia l'epiteto di "servo del padrone" e l'ostracismo della categoria.
Chi paga gli stipendi altrove, ad Rcs per esempio, se n'è sempre invece bellamente fregato d'impiegare il Corriere della Sera come strumento di propaganda, figuriamoci quindi gli scrupoli con un "Oggi" qualsiasi. In fondo, gli avversari sono inferiori a prescindere, come insegnano i maitres a penser, da Lenin ad Asor Rosa. Gli amici, invece, sono sempre e comunque "compagni che sbagliano" da proteggere e difendere, riempiendosi la bocca di alti concetti per mascherare l'infimo interesse di protezione della casta.

Tutti dobbiamo campare, ma si camperebbe meglio se coloro che volessero farci la morale non fossero tanto impegnati a far sembrare Maria Antonietta ed il suo "dategli le brioches" un esempio di rispetto per la pubblica opinione.


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