Il New York Times rinuncia al giornalismo d'inchiesta e si appella alla privacy quando le notizie non concordano con la propria linea politica. Ricorda un certo quotidiano italiano di nostra conoscenza.
Sullo scandalo che potremmo chiamare Climategate ha già ben scritto Carlo Stagnaro (via The Right Nation): una brutta storia di dati manipolati, propagand aspacciata per verità scientifica e tentativi di censura delle opinioni dissenzienti che mettono a rischio la credibilità dei sostenitori del riscaldamento globale. Per non comportarsi come gli ecoallarmisti, ricordiamo che nulla di quanto emerso finora confuta l'ipotesi di un effetto serra diorgiine totalmente umana; prova soltanto che i media si sbagliano quando definiscono "verità scientifica" l'ipotesi, che non è ancora stata provata; prova che gli ambientalisti scettici hanno tutto il diritto di sostenere le proprie opinioni e che non è stato scientificamente provato che si sbaglino.
Quello che vorremmo far notare è l'atteggiamento di uno dei quotidiani più schierati a favore dei catastrofisti e dell'aumento dell'intervento governativo nel settore ambientale: il New York Times. Posto di fronte a una fuga di notizie che mette in pessima luce il moportamento antiscientifico di alcuni celebri "esperti", il quotidiano ha deciso di non pubblicare assolutamente nulla. Il motivo è che le mail "non contengono dichiarazioni che avrebbero dovuto essere rese pubbliche". Ricordiamo che il New York Times non ha mai avuto alcuna remora nel pubblicare documenti email private del medesimo tipo, non ché documenti governativi top secret, giustificandosi - giustamente o meno - con la necessità che il pubblico dovesse sapere, in linea con le migliori tradizioni del giornalismo d'inchiesta. E' desolante notare come di fronte ad una rivelazione, per di più già pubblicata altrove, scomoda per la linea politica ddel quotidiano, l'autocensura venga dichiarata valida e legittima. Chi avesse ancora dei dubbi sull'imparzialità della Gray Lady non può che trarne le dovute conclusioni.
Quello che vorremmo far notare è l'atteggiamento di uno dei quotidiani più schierati a favore dei catastrofisti e dell'aumento dell'intervento governativo nel settore ambientale: il New York Times. Posto di fronte a una fuga di notizie che mette in pessima luce il moportamento antiscientifico di alcuni celebri "esperti", il quotidiano ha deciso di non pubblicare assolutamente nulla. Il motivo è che le mail "non contengono dichiarazioni che avrebbero dovuto essere rese pubbliche". Ricordiamo che il New York Times non ha mai avuto alcuna remora nel pubblicare documenti email private del medesimo tipo, non ché documenti governativi top secret, giustificandosi - giustamente o meno - con la necessità che il pubblico dovesse sapere, in linea con le migliori tradizioni del giornalismo d'inchiesta. E' desolante notare come di fronte ad una rivelazione, per di più già pubblicata altrove, scomoda per la linea politica ddel quotidiano, l'autocensura venga dichiarata valida e legittima. Chi avesse ancora dei dubbi sull'imparzialità della Gray Lady non può che trarne le dovute conclusioni.