Secondo il Sole-24 Ore, il criptocandidato alla guida del PD Pierluigi Bersani avrebbe "aperto" alle ipotesi di riforma dello Statuto dei lavoratori portate avanti da Pietro Ichino e Tito Boeri. Il punto più rilevante è la modifica dell'articolo 18, in modo da sostituire il divieto assoluto di licenziamento con l'obbligo di corrispondere al licenziato un risarcimento via via più oneroso all'aumentare dell'anzianità di servizio. La riforma avrebbe un triplice merito: estendere una qualche forma di protezione anche ai neoassunti ed ai precari, da un lato; garantire, tramite il risarcimento, un disincentivo notevole a licenziare dipendenti soltanto per ragioni meramente congiunturali - se devo pagare due anni di stipendio anticipati al licenziando, mi conviene tenerlo a libro paga; lasciare all'azienda la facoltà di liberarsi, seppure a caro prezzo, dei lavoratori improduttivi o inadeguati, senza abbandonarli completamente e liberando spazi per l'assunzione di individui più produttivi.
Non male , per uno che dovrebbe riposizionarsi a sinistra. Ma è tutto oro quello che luccica? Le liberalizzazioni di Bersani, alla fine, si sono rivelate spesso un'operazione di facciata, dietro alla quale gli spazi di libertà non son cambiati in maniera marcata, a meno di non essere una cooperativa possibilmente attiva nelle assicurazioni o nella grande distribuzione, almeno a detta dei più cinici.
Questa volta, tuttavia, il centrodestra ha in mano un'arma in più per vedere il bluff dell'ex ministro ed aspirante leader PD: appoggiare in maniera concreta la proposta di Ichino, che è parlamentare dell'Ulivo. Quale miglior sfoggio di spirito pragmatico e riformista, che conferirgli la presidenza della XI Commissione parlamentare, quella riguardante il Lavoro, che potrebbe lavorare sulla modifica dello Statuto dei lavoratori?
Se si trattasse di un bluff, verrebbe immediatamente smascherato a poco prezzo. Se non lo fosse, avremmo un appoggio bipartisan ad un presidente di commissione in grado di facilitare il percorso di una riforma attraverso il Parlamento. Sempre che il nostro Governo voglia davvero portare avanti una riforma in senso liberale del diritto del lavoro, invece che soccombere alle tentazioni neocorporative ed alla nostalgia di Beneduce e di quella parte del Ventennio ricolma di socialisti e collettivisti.
sabato, giugno 13, 2009
Bersani vede la luce? Vediamo il suo bluff
Posted by Unknown at 4:37 PM
Labels: articolo 18 , Bersani , Ichino , Partito Democratico , Sindacato , statuto dei lavoratori
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