A cadenze irregolari, il prestigioso settimanale The Economist se la prende con Berlusconi e il suo dominio sui media. Sulla questione ragiona bene il democratico Antonio Polito (via DAW), che fa notare come Berlusconi abbia perso due elezioni su tre e che i giornali non siano pieni che di attacchi al "regime", senza alcun bavaglio. Nel frattempo, nessuno ricorda che i veri recordman di querele contro la libertà di stampa sono lorsignori a sinistra. La chiave, forse, andrebbe cercata in un'altra lampante anomalia: il normalmente liberale Economist ha avuto per anni corrispondenti dall'Italia così imparziali da farsi eleggere deputati per gli ex-comunisti, come Tana de Zulueta. Se volessimo ragionare con lo stesso livello di paranoia di certi personaggi sinistri, staremmo già sostenendo che la candidatura in un seggio sicuro sia stata una ricompensa per i servizi di propaganda. Forse ci si dovrebbe interrogare sul tipo di filtro che viene imposto prima che arrivino in lingua inglese, oltre che di quello che verrebbe filtrato sui telegiornali italiani.
sabato, ottobre 03, 2009
Gli abbagli dell'Economist
Posted by J.C. Falkenberg at 12:10 PM
Labels: Economist , GIornalisti , Sinistra
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