Barack Obama volerà ad Oslo per ricevere il premio Nobel per la Pace. Non avrà tempo, invece, per presenziare ai festeggiamenti per il crollo del Muro. Evidentemente il Compagno Presidente non trova nulla da festeggiare nella maggiore vittoria della libertà e degli USA, allineandosi a molti altri ex-comunisti, collettivisti e compagni di strada assortiti.
Il sospetto che l'attuale Presidente americano sia molto più a sinistra di quanto si creda è sempre stato presente. Fra i propri maggiori consiglieri spiccano figure quali l'ex terrorista Bill Ayers, il comunista dichiarato Van Jones e la "maoista" Anita Dunn; il sostegno alle cause antiamericane e l'odio per la difesa della libertà individuale sono una costante nelll'ambiente delle associazioni no-profit e ONG come ACORN, che prosperano distribuendo denaro pubblico in cambio di appoggi clientelari; questo è l'ambiente dove Obama è cresciuto professionalmente e che lo hanno sostenuto durante la campagna elettorale.
Poche settimane fa, il Presidente aveva deciso di festeggiare l'anniversario dell'invasione sovietica della Polonia con l'eliminazione dello scudo missilistico sopra l'Europa del'Est: il presidente di quello che una volta era il mondo libero marcava i settant'anni dall'inizio della riduzione in schiavitù di metà del continente europeo con un gesto di acquiescenza verso le mire espansionistiche della Russia, uno stato al cui vertice segue un apologeta del tiranno Stalin. Alla luce delle preferenze culturali dei suoi collaboratori e delle scelte in questi mesi, non ci si sorprende di chi si diverte a disegnare Barack Obama come un nostalgico del socialismo. Un motivo in più per essere amato da quei nostalgici che in fondo non si danno ancora pace per la fine del più tirannico e criminale dei regimi moderni e che preferivano la bugia di un mondo di eguali nella miseria, rispetto alla promessa di una libertà in cui ognuno è responsabile delle proprie scelte.
Il sospetto che l'attuale Presidente americano sia molto più a sinistra di quanto si creda è sempre stato presente. Fra i propri maggiori consiglieri spiccano figure quali l'ex terrorista Bill Ayers, il comunista dichiarato Van Jones e la "maoista" Anita Dunn; il sostegno alle cause antiamericane e l'odio per la difesa della libertà individuale sono una costante nelll'ambiente delle associazioni no-profit e ONG come ACORN, che prosperano distribuendo denaro pubblico in cambio di appoggi clientelari; questo è l'ambiente dove Obama è cresciuto professionalmente e che lo hanno sostenuto durante la campagna elettorale.
Poche settimane fa, il Presidente aveva deciso di festeggiare l'anniversario dell'invasione sovietica della Polonia con l'eliminazione dello scudo missilistico sopra l'Europa del'Est: il presidente di quello che una volta era il mondo libero marcava i settant'anni dall'inizio della riduzione in schiavitù di metà del continente europeo con un gesto di acquiescenza verso le mire espansionistiche della Russia, uno stato al cui vertice segue un apologeta del tiranno Stalin. Alla luce delle preferenze culturali dei suoi collaboratori e delle scelte in questi mesi, non ci si sorprende di chi si diverte a disegnare Barack Obama come un nostalgico del socialismo. Un motivo in più per essere amato da quei nostalgici che in fondo non si danno ancora pace per la fine del più tirannico e criminale dei regimi moderni e che preferivano la bugia di un mondo di eguali nella miseria, rispetto alla promessa di una libertà in cui ognuno è responsabile delle proprie scelte.