Adolfo Urso vorrebbe espandere l'ora di religione anche all'Islam, per assicurare parità di trattamento. I cattolici sono divisi, ma tendenzialmente contrari; eppure le voci di un appoggio Vaticano alla proposta non sono di oggi. Chi è causa del suo mal pianga se stesso, visto l'appoggio dato dalle gerarchie alle intemperanze fondamentaliste in nome del diritto di ogni religione alla persecuzione del proprio prossimo; non parliamo dell'untuosa ipocrisia degli appelli per il multiculturalismo e l'accoglienza degli immigrati. Il bilancio statale è in profondo rosso.
Esiste una misura che porterebbe sollievo sia alle inquietudini cattoliche, che al desiderio di parificazione degli islamici, che alle casse dello Stato: abolire l'ora di religione, accorpandola ad educazone civica.
I risparmi per il bilancio statale sono evidenti, dat al apossibilità di giubilare gli insegnanti i un'intera materia. I cattolici hanno finalmene una ragione per riflettere, prima di levarsi ciecamente in difesa dell'ora di religione, in spregio ad ogni pretesa di laicità. Non è più garantito che l'ora di religione sia un'ora di propaganda cliericale o cattosocialista. Gli islamici, dal canto loro, hanno l'occaisone di mostrare il grado di laicità ed integrazione che si vantano d'aver ragigunto: un'abolizione dell'ora di religione li porrebbe allo stesos piano delel altre religioni praticate in Italia, senza costringere lo stato a mantenere un numero imprecisato di imam ed insegnanti di Islam.
Gli Italiani, in generale, potrebbero giovarsi dell'esperienza per realizzare, una volta di più, che "pubblico" non significa necessariamente "statale" e che si può sviluppare una cultura anche nel terreno che il Leviatano, ritirandosi, lascia libero.
Esiste una misura che porterebbe sollievo sia alle inquietudini cattoliche, che al desiderio di parificazione degli islamici, che alle casse dello Stato: abolire l'ora di religione, accorpandola ad educazone civica.
I risparmi per il bilancio statale sono evidenti, dat al apossibilità di giubilare gli insegnanti i un'intera materia. I cattolici hanno finalmene una ragione per riflettere, prima di levarsi ciecamente in difesa dell'ora di religione, in spregio ad ogni pretesa di laicità. Non è più garantito che l'ora di religione sia un'ora di propaganda cliericale o cattosocialista. Gli islamici, dal canto loro, hanno l'occaisone di mostrare il grado di laicità ed integrazione che si vantano d'aver ragigunto: un'abolizione dell'ora di religione li porrebbe allo stesos piano delel altre religioni praticate in Italia, senza costringere lo stato a mantenere un numero imprecisato di imam ed insegnanti di Islam.
Gli Italiani, in generale, potrebbero giovarsi dell'esperienza per realizzare, una volta di più, che "pubblico" non significa necessariamente "statale" e che si può sviluppare una cultura anche nel terreno che il Leviatano, ritirandosi, lascia libero.