sabato, dicembre 24, 2005

Abolire Bankitalia?

Magari! Carlo Lottieri lo ripropone, insieme alla sacrosanta denuncia di un'allucinazione per la quale si crea un sistema nel quale gli uomini dovrebbero essere perfetti per farlo funzionare, invece di elaborare un soluzioni adatte al comportamento degli individui.
cio' che e' importante , a mio parere, e' disegnare un sistema che allinei quanto piu' possibile gli interessi della classe politica a quello degli individui in generale (ossia a legiferare e governare il meno possibile, in genere). Tuttavia, illudersi che i politici campino d'aria, quando la greppia e' piena, suona appunto come l'allucinazione di cui sopra. Meglio invece rendere pubblici i finanziamenti: un rimedio semplice per far si che i ladri si controllino fra loro.
Riguarod Bankitalia : a me non dispiacerebbe abolire le banche Centrali, se non fosse che si tratta di una delle istituzioni meno maligne del nostro sistema politico - si', politico.

In particolare, bisogna avere il coraggio di rigettare due miti che dominano la cultura del nostro tempo: quello dell’indipendenza dei controllori e quello (per tanti aspetti correlato) dell’interesse generale
La favola che quotidianamente ci viene raccontata da quanti hanno voce sui mezzi d’informazione più influenti è un po’ questa: esiste un interesse generale al di sopra di quello dei singoli e che andrebbe perseguito a dispetto di tutto. Purtroppo, però, gli uomini sono dominati dall’egoismo e per questo c’è bisogno che persone al di sopra di ogni sospetto s’incarichino di proteggere la società, spezzando il legame tra i soldi (necessariamente malvagi) e la politica (che invece è – o deve essere – candida come lo sono gli ideali giovanili).

Ma a ben guardare le cronache di oggi descrivono esattamente il fallimento dei controllori. I progressisti arcigni ci diranno, naturalmente, che l’errore sta nell’aver affidato ad Antonio Fazio il compito di vigilare e “moralizzare”. Ma davvero si può ritenere che i predecessori siano stati migliori? Non è forse da decenni che si assiste ad un uso ricattatorio dei poteri di controllo affidati alla banca centrale e ad altre agenzie analoghe? A ben vedere, vi sono solo due maniere per contrastare ogni sorta di furberia. La prima strada, appunto, è quella che si è seguita finora, creando un sistema di authorities e controllori che – nella sostanza – produce però nuovi poteri, restrizioni del mercato, favoritismi di vario genere. L’altra strada è quella di dare il massimo spazio possibile alla concorrenza: abolendo ad esempio Bankitalia ed il suo influsso nefasto sul sistema bancario. Questa seconda strada crede nella trasparenza assicurata da agenzie di rating che vivano solo del loro prestigio: e che lo mettano in gioco ogni volta che si esprimono. Ma è soprattutto la strada di magistrati restituiti alle logiche della competizione (mentre oggi sono funzionari di Stato), e che si conquistino giorno dopo giorno quell’immagine di imparzialità che può tutelare i cittadini. Questa prospettiva è alternativa a quella che ha portato al disastro attuale ed esige pure, infine, che il rapporto tra soldi e politica sia alla luce del sole: esattamente come avviene negli Usa. Più che nell’interesse generale, gli americani credono nell’esistenza di interessi ben definiti e particolari. E per questo, con grande realismo, hanno tolto ogni velo nel rapporto tra lobbisti e politica: e hanno acceso ogni riflettore sul problema del finanziamento della politica.
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