domenica, dicembre 18, 2005

Da Mieli, messaggi in codice o un ottimo spunto?

Entrambe le cose, probabilmente; Paolo Mieli fa un editoriale da Gran Terzista, rassicurando alcuni (ed alcuni al Foglio dovrebbero prendersi del valium) che Tangentopoli che non tornera'.
Un editoriale che suona come un messaggio cifrato, ma che in una sua parte e' estremamente condivisibile:
"I maggiori partiti delle due coalizioni si sono impegnati per la prossima legislatura a metter su formazioni unitarie di profilo europeo, moderne, lontane dal Novecento, in grado di raccogliere, ognuna, più del 35 per cento. Se ciò accadesse in un tempo relativamente rapido (uno o due anni, non di più) sarebbe una salutare novità dal momento che tale innovazione darebbe ad ognuno dei due nuovi e più grandi partiti maggior potere di contrattazione con le estreme. Ciò che si tradurrebbe in qualche garanzia in più per il modello di alternanza introdotto nel 1994 e di conseguenza in maggiore stabilità per il sistema. Anche perché diluirebbe (si spera) in un contenitore più capiente l’anomalia berlusconiana da una parte e dall’altra alcune evidenti degenerazioni dei collateralismi.
Ma questa prospettiva genera angoscia in ciascuna delle microfrazioni partitiche, nazionali o locali, che hanno un qualche potere di ricatto e temono di perdere — con esso—la propria ragione di esistenza. [...] Ma in questi ultimi giorni hanno cominciato a temere che l’effetto combinato di 'banche pulite' e dei fantomatici 'poteri forti' li costringa a cambiare davvero. Come accadde nel ’93, l’anno del loro incubo. La storia, però, non si ripete: alle porte (ed è meglio che sia così) non c’è nessuna stagione delle manette. Allora tocca a voi, che avete in mano ciò che resta dei vecchi apparati o ciò che dei nuovi è già degenerato, cambiare. Se volete. Oppure potete continuare a farvi danno come avete fatto fin qui. Potete scegliere. Senza cercare alibi nel passato."

Ovvio che Mieli parli pro domo sua: nulla lo farebbe piu' felice di una drastica ricomposizione bipartitica, che massimizzerebbe la sua posizione di influenza sul cittadino mediano e centrista. Ma lo scenario che prospetta non puo' che essere auspicato.
Riguardo ad una Tangentopoli-bis, non ho nessun timore: questa volta, i magistrati hanno commesso il grave errore di prendersela anche con un diessino di quelli "teneri", che non reggerebbe neppure alla farsa cui fu sottoposto il Primo Compagno G. E quindi, non avranno molta sponda in certi quartieri: solo qualche piccola faida fra amici e compagni, poi tutti a casa prima che si macchi il candido abito da "questionanti morali".

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