sabato, febbraio 24, 2007

Questi fantasmi. Prodi, Follini, Moro

Era quasi scontato che questa non-maggioranza avrebbe cercato di riformare un non-Governo da rispedire alle Camere, impiegando il pretesto di una (pessima) legge elettorale e di bivaccare fino al 2009: le elezioni anticipate a breve sarebbero state, anche con Veltroni candidato, un massacro elettorale per l'Unione; nonostante a sinistra si blateri in continuazione di abnegazione, si conosce come fare il proprio "particulare" in spregio ad ogni altra considerazione, molto meglio che a destra.
Molto più semplice, quindi, imbarcare l'ennesimo naufrago nostalgico della Balena Bianca, previo atto di abiura , nel quale ci si genuflette all'egemonia trentennale della sinistra, DC o comunista che sia, e si chiede di essere riammessi a godere briciole che cadono dalla tavola alla quale detta sinistra si spartisce la refurtiva.

Marco Follini, alla ricerca di pezze d'appoggio per il proprio tradimento, ha scomodato Moro e l'esperienza del primo centrosinistra. Fini ha giustamente fatto notare quanto il centrosinistra fosse imperniato sul partito più moderato, mentre L'Unione è imperniata sull'ex-PCI e sulla sinistra dossettiana.
Purtroppo, se nel dettaglio ha ragione Fini, Follini è nel giusto dal punto di vista più generale; prima il centrodestra lo comprende, prima la finiremo questa piccola morte culturale nel campo alternativo alla sinistra e cominceremo a vivere fuori dalle catacombe.
Moro era esponente fondamentale dell'ambiente che promosse il primo centrosinistra, una formula che fu la conseguenza di un errore fondamentale, ma allora universale: la presunzione che il futuro sarebbe stato inevitabilmente socialista. L'alternativa era soltanto di tempi e modi, non riguardo all'esito finale: Un errore madornale e gigantesco, nato dall'eclisse della cultura liberale da parte del tribalismo socialista, di destra o di sinistra; ma la stessa CIA promuoveva in quegli anni governi di "sinistra democratica", quale alternativa al socialcomunismo sovietico, diffondendo involontariamente la malattia che cercava di contenere.
Ci volle un'altra generazione o quasi perché parte "Mondo libero" riconoscesse che avevano ragione coloro che affermavano che liberalismo e capitalismo erano l'unica alternativa possibile alla via della schiavitù.

Dico " in parte", perché in Italia tale messaggio non è ancora arrivato: Moro o La Malfa sono forse scusabili per aver errato quasi in buona fede, anche se rimane, ma chiunque si ostini a farvi riferimento ai nostri giorni va messo fra in nostalgici di un errore che ebbe conseguenze tragiche, insieme ai Cossutta di turno. Follini si troverà bene, insieme a Prodi, da quelle parti: come Moro, anch'egli ha preso voti a destra per poi sbandare a sinistra.
Gli Italiani, a cominciare da quelli che di sinistra non sono, dovrebbero smetterla di guardare con nostalgia ad esperimenti che, oggettivamente, sono stati al massimo il male minore. Non accaniamoci su Moro o sul primo centrosinistra, cercando di appropriarcene; abbiamo padri nobili ben più degni di ammirazione.



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