giovedì, ottobre 13, 2005

L’ipocrisia della cocaina

Bell'editoriale di Gali della Loggia sul Corriere di oggi , su
L’ipocrisia della cocaina . Visto che e' la droga preferita da una certa parte della classe dirigente (?) , allora esiste un manto di omerta' e autogiustificazione, ipocrita e con effetti devastanti.
Non posso che applaudire;le mie profonde convinzioni antiproibizioniste non nascono da un atteggiamento assolutorio nei confronti dei tossici, ma sono una conseguenza delle mie opinioni liberali - quasi libertarie. Il tossico ha il diritto di sbagliare - ma su di lui ricade la responsabilita' di ogni atto che compie, responsabilita' che puo' includere il disprezzo da parte di chi non si imbottisce di coca sneza raccontare balle riguardo ai rischi che si corrono.
Riguardo alle conseguenze sociali.. in un luogo publbico, non credo ve ne possa essere molta - o che vada tutelata nel caso di personaggi che sulla sua assenza costruiscono lucrose carriere.
Nel caso di Lapo Elkann, siamo al classico paradosso dell'aristocratico: essendo nato privilegiato, la sua vita dovrebbe avere standard piu' elevati di quella di un "comune mortale": il successo l'ha ereditato, ora deve mostrarsene degno. Solo chi si guadagna denaro e potere puo' usarne come crede, lui vi e' nato e deve ancora dimostrare di esserne degno - salvo, con logica meritocratica, perderlo qualora non si dimostrasse tale.


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