venerdì, luglio 31, 2009

Gli strabismi di D'Alema

Abbiamo sempre saputo che la verità, secondo Massimo D'Alema, è sempre stata relativa: da buon comunista, ritiene vero ciò che è utile al Partito e buono ciò che gli fa comodo. Adesso però mi pare si esageri: l'ex-capo supremo sostiene che il PD a Bari può dormire sonni tranquilli, nonostante le indagini sulla sanità.
Quindi, secondo lui, la D'Addario e il suo pappone - indagati ed intercettati Bari e proprio per le mazzette PD - sono credibili quando parlano del premier, ma non quando parlano di mezza giunta del PD pugliese. Le intercettazioni e le fotografie, di conseguenza, quando si parla di Berlusconi sono per lui, per Repubblica e Franceschini sono prove inoppugnabili, ma quando si parla dei vassalli dalemiani nel suo feudo pugliese sarebbero mere supposizioni.

Beata coerenza. RResta da comprendere come mai questa gente sia stata considerata, per quarant'anni, un modello di morale, vista la capacità di negare di fronte all'evidenza e di sostenere un'affermazione ed il suo contrario quasi all'interno della stessa frase.




clipped from www.ansa.it

(ANSA) - BARI, 31 LUG - 'Siamo tranquilli': Massimo D'Alema
risponde cosi' ai giornalisti che gli chiedono un commento
sulle inchieste baresi su sanita' e appalti. 'Non commento
mai - spiega l'esponente del Pd - gli atti della
magistratura. Abbiamo il massimo rispetto per le inchieste
baresi. Siamo anche tranquilli, nel senso che il Pd non ha
ne' connessioni con la criminalita', ne' ha costruito i suoi
bilanci con le tangenti'.
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domenica, luglio 26, 2009

Valsania non riconosce Brad Pitt

Marco Valsania scrive oggi di quello che potrebbe essere il primo scandalo finanziario scoperto dalla blogosfera, riguardo allo hi-fi trading. Il pezzo è interessante, ma tradisce una certa fretta nell'assemblarlo e nel piegarlo all'interno degli schemi.  Tutto comprensibile, ma per favore, qualcuno gli idca che Tyler Durden  non è il nome del proprietario del blog Zerohedge, ma uno pseudonimo: si tratta del nome del protagonista di Fight CLub, come reso evidente in più di una occasione sul blog stesso.
Una svista secondaria? Possibile, ma ZeroHedge è proprio  uno  dei blog che più ha spinto per  portare allo scoperto il problema dello HFT ed il fatto che Valsania non si sia neppure  accorto della  sua "identità" ci fa sorgere qualche dubbio sulla profonda attenzione con cui l'articolo sarebbe stato confezionato; il pezzo è d'altronde relegato in una edizione domenicale di luglio. D'altronde, parliamo dello stesso quotidiano dove  le "esperte di mercato dei capitali confondono spesso reddito fisso e strumenti derivati, ossiamele con pere, Tutto, pur di somigliare a Report? 




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sabato, luglio 25, 2009

Vacanze

Il tenutario del blog se ne va in vacanza per una decina di giorni. Nel frattempo, darà già molto se tarrà aggiornato il suo Twitter o Friendfeed :)

giovedì, luglio 23, 2009

Barney Frank ne fa una giusta?

Non capita spesso, ma il presidente del "comitato finanza " del parlamento USA ha finalmente detto qualcosa di sensato quando propone di eliminare il monopolio legale delle agenzie di rating . Il modello delle agenzie è sicuramente inefficiente, ma in pochi ricordano il motivo per cui si è giunti alla corrente degenerazione: non si tratta di un mercato, ma di un oligopolio sanzionato dal governo.
Se persino un politico noto per i generosi contributi elettorali ricevuti dal mondo bancario ci arriva, siamo sicuri che potrebbero farcela molti dei "progressisti" di casa nostra e d'oltreoceano, impegnati ad andare nella direzione opposta: più limiti e più interferenze politiche.
clipped from www.ritholtz.com

One of my Pet Peeves: The Payola business models at Moody’s Investors Services, Standard & Poor’s and Fitch Ratings – meaning the debt securities underwriters pay them for ratings — is unchanged in Obama’s Treasury Department reforms. All they want is some more disclosures and a few restrictions.

Barney Frank, head of the chairman of the House financial services committee, on Tuesday endorsed measures that would overturn requirements that require the use of the credit ratings agencies.

“There are a lot of statutory mandates that people have to rely on credit rating agencies. They’re going to all be repealed,

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mercoledì, luglio 22, 2009

Zunino e le banche: crosspost of the day

Perché gli istituti difendono il gruppo? Non si tratta solo del classico impasto di relazioni politico-affaristiche e reticenza ad ammettere i propri errori, che verranno puntualmente scaricati su clienti e contribuenti. Questa volta contribuisce il sacrosanto terrore che il fallimento strappi il velo sulla profondità della crisi del mercato immobiliare, sino ad ora strenuamente negata.


lunedì, luglio 20, 2009

The New Normal: bastonate per tutti

Sagge parole . "Come rimetti a posto un'economia basata sui consumi, quando i consumatori sono disoccupati?" . Soprattutto quando molti di questi consumatori non hanno in effetti abilità che permettano loro di trovare un nuovo lavoro nella loro vecchia professione, almeno senza un drastico taglio di stipendi.
La soluzione sarebbe semplice: abbandonare l'ossessione per il consumo sussidiato dal governo e ripartire pensando all'offerta, restituendo libertà agli individui; non verrà perseguita. Molto più semplice, demagogico e politicamente gradevole, ri-regolamentare ed opprimere, sino alla prossima esplosione. I programmi assistenziali e il rafforzamento del potere dei sindacati manterranno felici le masse durante il declino, almeno sino a quando non sarà rimasto più nulla da predare, pardon, spartire.


clipped from www.pimco.com
Bob Herbert. “No Recovery in Sight” was the heading and his opening sentence asked, “How do you put together a consumer economy that works when the consumers are out of work?” That is really all one needs to ask when divining our economy’s future fortune
As unemployment approaches 10%, what is less well publicized is that the number of “underutilized” workers in the U.S. has increased dramatically from 15 to 30 million. Those without jobs, as well as those individuals who only work part-time and have become discouraged and stopped looking, total 30 MILLION people. The number is staggering. Commonsensically, one has to know that many or most of these are untrained for the demands of a green-oriented, goods-producing future economy. Imagine a welding rod in the hands of an investment banker or mortgage broker and you’ll understand the implications quicker than any economist using an econometric model.

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clipped from www.pimco.com
But to add to the woes of the investor class, one has only to observe that their share of the pie is shrinking. What does the General Motors example tell us all about the rebalancing of power between the investor class and the proletariat? What do trillion-dollar deficits and the recent reinitiation of PAYGO government programs tell you about the future of corporate tax rates? They’re headed higher. Do you really think that a national health care program can be paid for with cost-cutting as opposed to tax hikes at insurance companies and benefit-paying corporations throughout all sectors of the American economy? The new normal will not be investor-friendly unless your forecasting dial is turned to “Pollyanna” or your intelligence quotient is significantly less than 100.
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Libertarian quote of the day

"Tutti vogliono vivere a spese dello Stato. Dimenticano che lo Stato vive a spese di tutti noi"
HT:The Diamond Age

Una nazione di evasori

Dice bene Lakeside Capital, commentando l'ex fascista preferito dai radical-chic:

La vasta platea dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, che paga le imposte per ritenuta alla fonte e quindi fino all’ ultimo centesimo, assisterà allo sconcio spettacolo di evasori fiscali che ottengono sanatoria pagando una tassa «una tantum» del 5 per cento (l'aspirante Dio) .

Come se non esistessero insegnanti che fanno decine di ripetizioni rigorosamente “in nero”, operai di imprese piccole e medio-piccole che hanno stipendi al minimo e poi percepiscono il resto direttamente dalle tasche dell’imprenditore, ovviamente “in nero”, lavoratori dipendenti col secondo lavoro non dichiarato, e quant’altro. Certo non accumulano fortune, ma pur sempre evasori sono, tecnicamente parlando(Lakeside Capital).


Siamo una nazione di evasori, come ogni altra nazione , dati l'opportunità ed il movente, ossia tasse troppo elevate e ritenute ingiuste unite ad un sistema impositivo iniquo ed inefficiente.
La differenza con altri stati è che in Italia sia l'opportunità che il movente sono macroscopici, mentre i moralisti giacobini che ci ritroviamo come"opposizione" non sanno fare altro che starnazzare e scroccare alla mano pubblica. Salvo poi lamentarsi che nessuno li segua, senza comprendere che la credibilità di un mantenuto non è superiore a quella di un evasore.

domenica, luglio 19, 2009

Bolle speculative alla cinese

I cinesi non hanno molta fantasia: i governo cinese non si è limitato ad un gigantesco pacchetto di stimolo, ma ha anche ordinato alle banche di stato, già tutte tecnicamente insolventi, di aumentare il credito in maniera indiscriminata.
IL risultato? Un'imitazione della bolla speculativa americana del 2005-2007.
Attendiamo con ansia un articolo elogiativo da parte di Paul Krugman e del team economico di Repubblica, seguito da attacchi di amnesia non appena il danno sarà evidente.
clipped from www.chinastakes.com

China’s GDP grew by 7.9% in the second quarter, buoyed by “extremely loose” monetary policy that has boosted investment growth to uncomfortably high levels. The economic growth promoted by investment alone looks likely to add to both imbalances in internal demand and pressures for economic adjustment in the future.

A glut of cash is producing bubbles in the Chinese economy. The racing credit growth and the low costs for wholesale financing are leading to financing abuses and production surpluses in the real economy. Even lower than usual interest rates have residents transferring their asset preference from bank deposits to the capital market, promoting frothy asset prices.

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Riflessioni mercatiste

Si continuano a sentire invettive contro i "mercati" che non funzionerebbero, ma talvolta mi cchiedo chi le pronuncia abbia mai controllato contro cosa si scaglia.
Il problema è che siamo abituati a chiamare "mercato" qualcosa che invece vengono manipolate a scopi politici e redistributivi, oppure non sono un mercato se non nel nome.
Il meccanismo di mercato funziona, sempre, ma è necessario che esista un mercato, un'arena dove una pluralità di compratori e venditori può interagire, senza coercizione. Quando osserviamo da vicino i cosiddetti "fallimenti di mercato, non è un caso che si scopra come siano invece frutto di pesanti interventi politici, sussidi e trattamenti di favore che hanno bloccato o distorto il funzionamento del mercato. E adesso, per "correggere" tali difetti, non si cerca di riparare il meccanismo, ma di distorcerlo ulteriormente, con il rischio che si infranga del tutto.
Prendiamo il caso dlela crisi dei mercati finanziari: si accusano la "speculazione" e i titoli tossici, ma chi è che ha sofferto di più? Proprio le istituzioni più sorvegliate e regolate dal governo, che hanno lavorato male, prendendosi rischi assurdi in base ad assunzioni errate. Tanto, sapevano perfettamente che il governo le avrebbe salvate, date le dimensioni e le garanzie implicite della regolamentazione bancaria.
Ricordiamocelo, la prossima volta che un Krugman o un Mucchetti qualsiasi blatereranno d'aumento dell'intervento pubblico: sono i politici ad aver creato, per stupidità, questa bolla. Dar loro ancora più potere garantisce soltanto che il danno sarà intenzionale e non accidentale, come la triste storia dell'economia europea è qui a dimostrare.

sabato, luglio 18, 2009

Suore a razzo da Ratzinger: punire la stupidità?

La stupidità non è punibile, ma per fortuna c'è il codice della strada:Tre suore a 180 all'ora, multate. Hanno cercato di giustificarsi sostenendo che erano preoccupate per la salute del papa e dovevano arrivare prima possibile ad Aosta.

venerdì, luglio 17, 2009

SpongeBob SquarePants metallico

giovedì, luglio 16, 2009

L'architetto del salvataggio di GM e Chrysler indagato per corruzione

Da Nota Politica: L'architetto del salvataggio di GM e Chrysler è indagato per corruzione

"Steven Rattner si è appena dimesso dalla carica di presidente della commissione governativa che ha supervisionato la bancarotta e la riorganizzazione del settore automobilistico americano. La motivazione ufficiale è che il lavoro sarebbe quasi compiuto e che l'amministrazione Obama non vuole dare l'impressione di gestire le aziende automobilistiche in maniera troppo da vicino e a fini politici. Quello di cui si parla meno sono le indagini per corruzione che ha rivolto a Quadrangle Group LLC, la società finanziaria di cui Rattner è stato fondatore. La società viene accusata di aver pagato mazzette ai membri del consiglio d'amministrazione e ai funzionari del fondo pensione dei dipendenti pubblici dello Stato di New York, al fine di ottenere che il fondo pensione investisse forti somme nei fondi gestiti da Quadrangle. Il Presidente Obama ha sinora difeso strenuamente la propria scelta, sostenendo che Rattner non avrebbe commesso personalmente alcun crimine. Eppure, in coincidenza con le dimissioni, il procuratore generale di New York Andrew Cuomo avrebbe deciso di intensificare le indagini proprio su Rattner."


Che strano: i favoriti del principe sono corrotti. Non lo avremmo mai ritenuto possibile; insomma, si sa che le Partecipazioni Statali sono una fucina di incorruttibili gentiluomini...

Tocqueville Città (ri)aperta

Sono finalmente riaperte le iscrizioni a Tocqueville. Amici bloggers liberali, conservatori, neoconservatori, riformatori e moderati accorrete numerosi.


Hat tip: Freedomland

mercoledì, luglio 15, 2009

La Federazione Internazionale della Stampa adotta l'antisemitismo

Allucinante. Nel sito della stessa federazione Israele non esiste, da ani. Esiste soltanto la Palestina, con capitale Gerusalemme. In cambio, la stessa federazione ha condannato l'oscuramento della TV di Hezbollah in Francia, che incitava al linciaggio di tutti gli ebrei.
La decisione della Federazione internazionale dei giornalisti di espellere i colleghi israeliani è il culmine di una campagna ideologica che va avanti da cinque anni. Triste sincronia, l’espulsione arrivava mentre il direttore d’orchestra israeliano Daniel Barenboim e il cantante canadese Leonard Cohen, impegnati per la pace, dovevano cancellare i concerti a Ramallah dopo che i palestinesi ne avevano chiesto il boicottaggio. Intanto un grande giornale europeo di sinistra, El País, pubblicava indisturbato una vignetta di Romeu. “Come fa Israele a violare nella totale impunità ogni legge umana e internazionale?”, chiede una donna. Risponde un ebreo ortodosso con il nasone: “Ci costa molti soldi”.
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Priceless

Semplicemente perfetta per descrivere quello che ogni governo intende quando parla di essere "costretto ad intervenire"... di solito, dopo aver creato il problema.
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CDS, arrivano gli sbirri

Il Dipartimento di giustizia americano ha messo sotto inchiesta il principale fornitore di dati sul mercato dei CDS e gestore degli indici più seguiti del mondo dei CDS : CDX ed Itraxx.
Non è ancora chiaro se si tratti di un'indagine "di routine", legata alle proposte di joint-venture fra Markit e DTCC , o un'indagine legata ad attività collusive fra la società ed i propri azionisti, le maggiori banche d'affari del pianeta. Gran parte delle istituzioni finanziarie impiegano le quotazioni di Markit come prezzo di valorizzazione ufficiale dei CDS in bilancio, ma è conoscenza comune quanto tali quotazioni siano a volte molto distanti dai livelli effettivi di mercato, soprattutto in caso di ampie variazioni improvvise. Le differenze erano sempre state attribuite a problemi tecnici e dagli algoritmi di composizione dei prezzi di chiusura, ma cominciano già a fiorire teorie più sinistre al riguaardo.
clipped from www.ft.com

The US Department of Justice has started investigating a data provider and dealers in the credit derivatives market for potential violations of the US Sherman Act, which prohibits abuses of monopoly power or other forms of collusion.

Shareholders in Markit include JPMorgan Chase, Goldman Sachs, Citigroup, Deutsche Bank, Bank of America and Morgan Stanley, among others. Banks either declined to comment or were not available for comment.

The US Department of Justice has started investigating a data provider and dealers in the credit derivatives market for potential violations of the US Sherman Act, which prohibits abuses of monopoly power or other forms of collusion.

Shareholders in Markit include JPMorgan Chase, Goldman Sachs, Citigroup, Deutsche Bank, Bank of America and Morgan Stanley, among others. Banks either declined to comment or were not available for comment.

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martedì, luglio 14, 2009

Il G8 all'angosassone

Per i nostri italici sinistri: preferite credere al compagno Napolitano o ai compagni del Guardian?
clipped from www.destralab.it

Facciamo leggere qualche articolo del Guardian (e affini) al Presidente, che sembra disinformato:

«Il G8 è stato un successo. Ora più senso della misura»

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lunedì, luglio 13, 2009

Grillo al PD? Magari

Quoto in pieno libere risonanze
Comunque sia io spero vivamente che Grillo diventi davvero il leader del PD: il centrodestra avrebbe la stragrande maggioranza assicurata per altri cinquant'anni.
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Speculatori più prudenti dei banchieri?

Il rialzo di Borsa degli ultimi mesi ha distolto l’attenzione dalle discussioni sulla riforma europea del settore finanziario. Si tratta di proposte demagogiche, che aggraveranno il problema e che puntano a punire un settore impopolare, ma che si è dimostrato più prudente e sano di quello favorito dai governi

La variegata comunità dei gestori di fondi alternativi, dagli hedge fund a quelli di private equity, non è particolarmente amata e non ha mai fatto nulla per esserlo. Gli eccessi nel consumo sono stati eclatanti e le loro pratiche, sicuramente più aggressive di quelle degli attori tradizionali, li hanno resi i soggetti più impopolari nel panorama finanziario: un ministro tedesco li definì gentilmente “locuste”; l’ultima enciclica papale è stata riassunta da Milano Finanza con un titolo che suonava “La scomunica del Papa sugli hedge“.

DAGLI ALL’UNTORE – La pubblicità negativa li ha resi sicuramente invisi al grande pubblico e li ha trasformati nel capro espiatorio perfetto per la crisi finanziaria in atto. Le conseguenze non si sono fatte attendere: a Febbraio, Francia e Germania hanno cercato di proporre regole draconiane per limitarne l’operatività; la riunione dei ministri del le finanze del G8 di giugno si è appoggiato il cosiddetto Lecce framework; l’Unione Europea sta in questo momento discutendo nuovi obblighi per il settore degli hedge fund, che imporrebbero una serie di obblighi di “trasparenza” che suonano decisamente punitive. Il desiderio della classe politica di punire un settore popolato da arroganti megalomani refrattari ad ogni considerazione d’ordine politico e allo scambio di favori è più che comprensibile, soprattutto perché così facendo è facile deflettere l’ira popolare verso un capro espiatorio che distolga l’attenzione dal proprio pesante coinvolgimento. L’argomento, tuttavia, solleva parecchi dubbi : siamo certi che gli operatori preferiti dal governo, le banche commerciali tradizionali, si siano comportati meglio? Quando si guarda un po’ più da vicino, i colpevoli sono regolarmente gli istituti più vicini a governi e banche centrali, ossia le istituzioni più regolamentate e sorvegliate. Fannie Mae e Freddie Mac erano garantite “implicitamente” dal Governo, AIG , Lehman, IKB e WestLB erano regolamentate minuziosamente o addirittura partecipate da governi.

PIU’ STABILI DELLE BANCHE – Ad un’analisi più attenta, sia il comportamento che la performance degli hedge fund sono stati migliori di quello delle grandi banche. Proprio perché non regolamentati, gli investitori in fondi alternativi ed in generale nel cosiddetto “sistema bancario parallelo” sono stati molto più attenti nella sorveglianza dei dirigenti. I risultati di questa disciplina sono evidenti: gli hedge fund avevano nel 2007 e 2008 una leva finanziaria minore rispetto al settore bancario, mentre le loro performance sono state meno volatili di e le liquidazioni di fondi sono avvenute senza porre problemi a livello di sistema, nonostante la scomparsa di quasi un terzo dell’intera industria: il settore, in aggregato, ha perso il 18% in un anno ed ha visto le masse gestite scendere del 30% ; il settore bancario ha visto la propria capitalizzazione scendere di due terzi nello stesso periodo - e tacciamo delle somme prestate dalla banche centrali per sostituire i finanziamenti privati. Le sicure, affidabili e tranquille istituzioni finanziarie aiutate, finanziate e supervisionate dallo Stato hanno invece ripetuto il copione tradizionale di una crisi bancaria: troppo credito, con l’incoraggiamento delle autorità, seguito da una bolla speculativa e dal conseguente crollo. Questa volta si è resa necessaria un’operazione di salvataggio senza precedenti come dimensioni, ma la dinamica è fin troppo nota. La migliore gestione del rischio da parte dei “selvaggi” hedge fund non dovrebbe stupire: nel mondo degli investimenti alternativi, chi sbaglia paga di tasca propria. In quello bancario, chi sbaglia fa pagare il contribuente, ma si tiene la retribuzione. I cosiddetti hedge fund sono stati definiti “uno schema di compensazione mascherato da asset class”: prima della bolla speculativa e della crisi, la società di gestione intascava il 2 per cento delle masse gestite ed il 20% di ogni profitto. Per poter caricare commissioni di quell’entità, un gestore deve essere ritenuto uno dei migliori nel suo campo , avere un ottimo curriculum e dare forti garanzie di continuità. Anche per questo, i gestori sono solitamente soci nella società di gestione e, soprattutto, buona parte della retribuzione viene investita nei fondi che gestiscono: se sbagliano, pagano sia con buona parte del proprio reddito che con una larga fetta dei propri risparmi. I fondi di private equity hanno strutture di compensazione simili a quelle degli hedge fund, anche se strutturate in maniera lievemente differente e con una minore partecipazione per i dipendenti. L’incentivo a rischiare soltanto in maniera controllata e razionale è quindi forte, al contrario di quanto accade nel settore “tradizionale”, dove gli stipendi sono fissi ed i bonus minori, ma la penalizzazione per il fallimento è molto meno forte. A livello bancario, poi, la contropartita della regolamentazione governativa è il supporto, implicito o esplicito, che viene fornito anche alle banche meno solide. Questo assetto pone un premio sulla disponibilità a rischiare anche oltre il giusto, oltre che sull’acquiescenza ai desideri delle autorità di vigilanza e della classe politica: la gestione del rischio non serve, quando paga Pantalone.

PREMIARE I PEGGIORI – In un mondo ideale, non dovrebbe essere necessario alcun intervento governativo particolare nel settore finanziario: la vicenda IRI, con il panettone di Stato e i disastri nei “settori trategici” , dovrebbe chiarire come affidare alla classe politica il potere d’interferire nelle scelte individuali sia il male minore e non un fatto di per sé positivo. Ogni proposta razionale di riforma del settore finanziario dovrebbe quindi partire dall’idea di estendere il tipo di regolamentazione che ha prodotto il risultato migliore e premiare gli operatori che hanno saputo gestire meglio il rischio, superando la crisi senza ricorrere all’intervento pubblico. Le proposte attuali , invece, vanno esattamente nella direzione opposta: estendono le norme del settore bancario, così ben regolato da generare crisi da generazioni e che ha richiesto interventi per decine di miliardi di euro, ad un settore che, lasciato a se stesso, ha dimostrato di poter sopravvivere ad una crisi drammatica evolvendosi in maniera radicale senza dover chiedere aiuti governativi. Rimane da chiedersi se si tratti di semplice ignoranza da parte della classe politica, oppure dell’ennesimo tentativo di trovare un capro espiatorio, per non perdere potere e non ammettere il fallimento dell’intervento governativo e burocratico nel settore dove forse la lunga mano dello Stato agisce da più tempo e con più intensità. Meglio, molto meglio accusare il “mercatismo”, ideologia sconosciuta nel mondo bancario, dove la commistione fra governo e industria è pressoché totale.


Crossposted from Giornalettismo

domenica, luglio 12, 2009

Ottime idee a Vicenza. Il buono scuola le moltiplicherebbe

"In tempo di crisi salgono in cattedra i professori in miniatura. Un’occhiata alla platea di «rimandati», un’altra alle casse della scuola, ed ecco l’idea del preside di un istituto di Vicenza: corsi di recupero tenuti da studenti con pagelle invidiabili"
Mi sembra un'idea encomiabile, non soltanto in tempi di crisi. Quante altre ottime idee potrebbero nascere ed essere sperimentate, se vi fosse una vera autonomia scolastica?
Se "scuola pubblica" e "scuola privata" non fossero soltanto una presa in giro, un artificio propagandistico per mascherare il fatto che si parla solo di "scuola del Ministero" e "scuola dei preti" ,non staremmo meglio?
Il buono-scuola servirebbe anche a questo, signori statalisti. Se avete a cuore l'educazione, smettetela di nascondervi dietro ad acrobazie verbali ed accettate la sfida di una scuola pubblica, ma non statale. In cambio, se volete, vietate le scuole confessionali: anche da miscredente lo ritengo illiberale, ma per dirla con Guccini, "no so come, siete in tanti" e tutto quel che ne segue.

Hat tip: Hurricane_53 :

Scandali coloniali e macelli sin troppo reali

Non sono a favore della difesa ad oltranza delle colonie ebraiche in Cisgiordania, ma il punto che fa Volli è corretto: siamo sicuri che la costruzione di una nuova cameretta nella casa di un colono meriti più spazio degli innumerevoli conflitti mortali in giro per il mondo?(HAt tip) ilsignoredeglianelli

Derivati e instupiditi

Se persino il Sole ci è cascato, un mese fa, non poteva non partire l'Espresso: si ricomincia a parlare delle "truffe" agli enti locali utilizzando i "derivati". Peccato che, scendendo nei dettagli, si comprenda come i derivati c'entrano soltanto in parte. Il problema non è specifico dei derivati, ma di tutti appalti pubblici, ossia la truffa ai danni della pubblica amministrazione. Negligenza o dolo, decideranno i giudici, ma come al solito, non è un problema di strumenti, quanto di politici e delinquenti. Però la nostra stampa finge di non vedere e preferisce trovare un comodo capro espiatorio.

la transazione più celebre riguarda l'ammortamento di una emissione obbligazionaria, dove i derivati non c'entrano per nulla; si tratta di un'operazione paragonabile ad una truffa su di un conto corrente o su di un conto di deposito. Negli altri casi, il problema sono sempre state le commissioni, fuori misura - forse perché da devolvere successivamente ai partiti politici? Questo accadeva una volta con gli appalti per le forniture o per i lavori pubblici. Adesso, la minore trasparenza dei derivati potrebbe permettere ad amministratori pubblici infedeli di distribuire denaro ai favoriti attraverso questo canale, o a "fornitori" poco scrupolosi si approfittare dell'incompetenza e dell'ingenuità dei burocrati governativi. Si tratta si un problema ben noto e si risolve sempre nello stesso modo, per quanto sgradevole per gli statalisti e certi funzionari: nel breve periodo, aumentando la trasparenza negli appalti e impiegando personale qualificato per controllare i costi; nel medio periodo, riducendo la spesa pubblica, riducendo così le opportunità di appropriazione del denaro dei contribuenti a fini politici o personali.
Se proprio volete punire le banche, concentratevi sul vero scandalo: i derivati venduti a certi clienti privati, inutili,costosi o completamente fuorvianti.

Hat tip: Hurricane_53

venerdì, luglio 10, 2009

Iran Libertario

In fondo li capisco: hanno manganellato dei fedeli compagni di strada degli Ayatollah. In Iran, i marxisti fecero da levatrici alla teocrazia e ne finirono rapidamente massacrati.
In Italia, rifondaroli e giottini sono già i migliori difensori dei fondamentalisti islamici ed hanno cercato di portare in parlamento palestinesi fiancheggiatori del terrorismo. Ovvio che i mullah li vogliano ingrassare per bene, prima di macellarli
L'Iran (no, dico, l'Iran) ha protestato con l'Italia condannando l'uso della forza da parte della polizia per reprimere le manifestazioni degi oppositori al G8.


Buona, vero?
Solo che non è una barzelletta

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La S.E.C. cerca di mettere una toppa al disastro californiano - e rischia di peggiorarlo

Il cane da guardia del mercato azionario americano vorrebbe imporre la quotazione su un mercato regolamentato per le cambiali che la California sarà costretta ad emettere a breve; si vorrebbe così aumentare la trasparenza del mercato e garantire prezzi più equi per chi dovrà vendere.
Una volta la S.E.C. impediva le frodi; adesso, si preoccupa di creare un mercato per cambiali che in teoria dovrebbero essere ripagate in pochi mesi, invece di preoccuparsi dei problemi che ha già per le mani.
La misura, se passerà, rischia di aggravare il problema e non di risolverlo. Le banche maggiori rifiutano di scontare i pagherò di Sacramento, come fanno invece con le normali cambiali ; vogliono forzare il governo a risanare il bilancio, invece di aumentare il proprio debito e non pagare i propri fornitori. L'intervento della S.E.C. rischia di ridurre la pressione per una riforma che riporti la spesa pubblica californiana a livelli ragionevoli. Da un lato, le banche perdono un'arma di pressione. Dall'altro, lo stato potrà collocare ancora più liberamente le proprie cambiali, creando un nuovo canale d'indebitamento, grazie alla maggiore liquidità ed al "marchio di garanzia" gentilmente fornito dalla S.E.C.
Ancora una volta, ili rimedio statalista è peggiore del male.

giovedì, luglio 09, 2009

Le inutili preoccupazioni del Professor Krugman

Paul Krugman ed altri si preoccupano che la presente amministrazione ripeta lo stesso errore di Roosevelt e della Fed nel 1936: la ripresa del 1935 fece temere una fiammata inflazionistica ma non dovrebbero.
Roosevelt era un nazionalsocialista con ancora le buone maniere di un vero liberale e si sentì in dovere di cercare di riportare i conti pubblici in ordine. I suoi successori sono "liberal", ossia socialisti che hanno scippato il nome e quindi una parte dell'elettorato ai liberali, ma sono collettivisti dentro. Terranno il piede sull'acceleratore, come vuole Krugman. E se continueranno a fare come preferisce Krugman, sfasceranno il giocattolo della società libera, in una triste replica di quello che accadde in Europa una generazione fa.

La Corea del Nord al cyberattacco?

Un certo numero di siti web di Corea del Sud e USA è stato sotto attacco nei giorni scorsi, apparentemente dalla Corea del Nord. gli a attacchi sono stati di tipo antiquato e relativamente poco problematici, anche se vi sono stati danni effettivi, soprattutto in Corea.
Il pericolo maggiore, a sentire gli esperti, non è quello che un aggressore poco sofisticato sia stato in grado di fare, ma che abbia rivelato una serie di vulnerabilità che potrebbero essere sfruttate da un pirata informatico più aggressivo e tecnicamente preparato per attacchi devastanti.
Considerando quanto la Cina sia interessata al cyberwarfare e quanto estesa sia la collaborazione fra Cina e Corea del Nord in materia di sicurezza, dobbiamo cominciare a preoccuparci.
clipped from online.wsj.com

U.S. and South Korean computer networks were besieged for days by a series of relatively unsophisticated attacks, possibly from North Korea, that were among the broadest and longest-lasting assaults perpetrated on government and commercial Web sites in both countries.

A deeper concern, some cyber-security specialists said, is that the attacks point to weaknesses in defenses erected by the government and corporations that could indicate vulnerability to more-sophisticated attacks in the future on vital functions such as transportation and finance.
South Korean officials are investigating whether the attacks originated in North Korea
U.S. officials noted that the attacks, which appear to have started primarily in South Korea on July 4, coincided with North Korea's latest missile launches and followed a United Nations decision to impose new sanctions.
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mercoledì, luglio 08, 2009

Napolitano e Obama convergono: fra compagni ci s'intende

Per Napolitano vi sono forti vonvergenze con gli Usa. Già: sotto Barack Obama, gli USA cominciano a somigliare all'Italia dell'IRI: una nazione arricchitasi attraverso il capitalismo e che ora cerca risolvere i propri problemi tramite dosi sempre più massicce di socialismo, senza rendersi conto che la "cura" è causa del problema. Napolitano conosce perfettamente il prodotto; speriamo soltanto che si ricordi di avere abiurato le lodi ai carri armati sovietici nel 1956, altrimenti ci cominceremmo a preoccupar edi ulteriori "convergenze".

martedì, luglio 07, 2009

Riflessioni sullo scippo della cultura “di destra”

Un gran bel post di Florian che espone le storture della visione dominante su Cultura conservatrice e cultura “di destra” (hat tip:FalcoDestro) e ricostruisce invece un sommario atlante della cultura di destra in Italia, o meglio, dei suoi sforzi per uscire da un ghetto dove è finita per due motivi. Da un lato, la propaganda di sinistra e la visione tendenziosa, riduttiva e talvolta completamente inventata da parte dei media tradizionali; dall'altro, l'acquiescenza al sequestro del termine da parte delle sue frange meno raccomandabili e la complicità nella sua demolizione da parte del mondo cattolico, ansioso di dirottare i voti di destra per i propri scopi politici, non certo coerenti con la tradizione della destra storica.

SI tratta di un ottimo post, anche se capisco poco perché si debba trasformare Fini nel capro espiatorio dei problemi di costruzione di una destra che finalmente non si vergogni di se stessa e ritrovi le proprie radici liberali e conservatrici.

Dell'idea "finiana ella Destra mi piaceva poco lo scetticismo verso il libero mercato, implicito nell'amore per il gollismo e per Sarkozy, ben poco liberali da quel lato; questo scetticismo si è tuttavia parzialmente corretto di recente.

Non vedo alcuna deriva a "sinistra" per chi si rifà a pensatori che non possono non essere definiti di destra, come Prezzolini, Longanesi e Montanelli: è sgradevole vederli elogiati a sinistra, ma hanno semplicemente ribadito le origini laiche di tanta destra italiana. Non vedo alcun revisionismo delle posizioni di Prezzolini o Montanelli, se non nelle accuse da parte di certi cascami della destra rautiana, come fa notare Florian; questi cascami sono tuttavia ben incistati nella "destra sociale" passata ai teocon, non nella pattuglia finiana. Lo stesso Gianfranco Fini è stato di tutto, ma non un "sociale", da quanto ricordo.
Dovremmo impegnarci, tutti, a riprenderci il termine "destra", anche talvolta a costo di evidenziare le caratteristiche liberali dei nostri autori preferiti. Può essere l'unico modo per far cessare l'occupazione abusiva dello spazio politico liberale e conservatore, ossia della destra, da parte di chi non vi appartiene se non marginalmente, come gli epigoni del socialismo in salsa fascista e nazista, o parzialmente, come nel caso dei "nazional-patriottici" volkisch e dei cattolici integralisti, che dovrebbero essere considerati dei compagni di viaggio, al massimo, o delle deviazioni eccentriche nei casi peggiori.

Condanne allo statalismo

"Per aver creato uno schema di Ponzi, una gigantesca truffa che ha trasferito ricchezza da una generazione d'investitori ad un'altra, l'imputato Bernard Madoff è condannato a dirigere la Social Security (l'INPS americana)".
Potrebbe anche candidarsi alla guida della banca centrale, o delle autorità di regolamentazione del settore bancario...



Hat tip: Carpe Diem

Riforma sanitaria. La via esiste, ma ai politici non piace: c'è troppo poco per loro

Competizione e libera scelta; basta con i sussidi alle imprese , liberalizzate la sanità e rendete le polizze sanitarie detraibili per gli individui e mostrate loro i veri costi della sanità.
Michael Tanner del Cato Institute ripete, per l'ennesima volta, quali sono le riforme che davvero potrebbero risolvere molti dei problemi della cura della salute in America, ma sarà inutile, come sempre.
Sono anni che si sa cosa serve per riformare la sanità americana (e quella europea). Il problema è che la strada giusta non è quella che da' i maggiori vantaggi ai politici ed ai burocrati sanitari e di conseguenza la maggior parte dei politici preferisce accettarle in teoria e ignorarle in pratica oppure semplicemente boicottarle.
CARPE DIEM: Real Healthcare Reform: Competition and Choice

lunedì, luglio 06, 2009

Bella sintesi sulle ronde

Da Lakeside Capital:

Un cittadino che assista a reati perseguibili d’ufficio è autorizzato dalla legge (art. 383 c.p.p.) a procedere all’arresto del colpevole, con l’obbligo di consegnarlo senza ritardo alle autorità di giustizia.

I cittadini sono liberi di riunirsi pacificamente e senza armi, e per le riunioni, anche in luogo pubblico, non è richiesto preavviso (è scritto nell’art. 17 della Costituzione).

[...]

Quindi sostanzialmente il governo ha varato una norma che consente ai cittadini di fare ciò che potevano già fare, solo che impone loro di strutturarsi in maniera ben definita, ricevere una autorizzazione e registrare la propria attività. Praticamente il governo ha regolamentato un’attività che già si poteva svolgere, ponendo dei paletti e dei controlli per fenomeni che, in alcune città, esistono già da anni.

Saranno anche liberticide queste ronde, ma perché limitano la libertà dei cittadini nello svolgere attività che, fino a prima della nuova norma, potevano tranquillamente già fare senza dover rendere conto a nessuno. Non certo perché creano gruppi paramilitari che minacciano la democrazia nel Belpaese.

Honduras redux

Si era già parlato, in chiave ironica, del pasticcio honduregno. Paolo ne parla in maniera più documentata, descrivendo gli errori golpisti, ma soprattutto quello che l astampa italiana si è "dimenticata" di riportare: i retroscena dittatoriali ed il tentativo di golpe bianco del Presidente in carica, contro cui la Corte Suprema ed i militari hanno reagito.
La conclusione è esemplare:

"l'Honduras è strozzato da due pitoni, ma forse il chavismo è un pitone velenoso, cioé tra i due mali è il peggiore."

Passi falsi messicani

In Europa la recessione ha premiato i partiti di centrodestra e, in alcune nazioni (come la Germania e l'Olanda), soprattutto i partiti liberisti, evidenziando come l'elettorato comprenda che la crisi non sia avvenuta a causa dell'economia di mercato, ma dell'eccessiva commistione fra governi ed operatori economici. In Messico, le elezioni parlamentari hanno penalizzato il partito della sinistra, il PRD, ma l'insoddisfazione generata dalla crisi ha premiato il PRI, partito della sinistra moderata e punito il partito conservatore, il PAN. Il PRI è stato il partito che ha detenuto più a lungo il potere nella storia moderna e non si può definire un partito di estrema sinistra, ma un partito "pigliatutto" basato soprattutto su di un blando populismo ed un messaggio ecumenico quanto vago. Si tratta probabilmente di un avvertimento alla destra al potere, anche perché il potere esecutivo rimane fermamente nelle mani del Presidente. Il calo nei consensi è da attribuire più alla percezione di un certo immobilismo nella realizzazione del programma : se bisogna galleggiare, allora meglio dare potere ai "galleggiatori" per eccellenza.
Ogni possibile paragone con l'Italia (non) è puramente casuale.

domenica, luglio 05, 2009

Altre 9 ragioni per celebrare il 4 Luglio

Il 4 Luglio è nata la nazione che ha costituito il pilastro dell'Occidente rnelle ultime due generazioni; l'ultima grande nazione dove resistono ancora i ricordi e la mentalità che hanno trasformato una penisola del continente eurasiatico nella punta di lancia della liberazione dell'uomo dalle proprie catene.
Prima che i "progressisti" americani finiscano il loro lavoro; prima che, a colpi di buone intenzioni e grandi ambizioni , trasformino il meno peggio disponibile in un purgatorio socialdemocratico, garantendo la fine di una civiltà, ricordiamoci che gli USA sono diventati grandi non soltanto tramite i grandi principi, ma anche tramite le piccole cose.
Dal punto di vista intellettuale: hanno ricordato la libertà della responsabilità, di fallire e subirne le conseguenze, indispensabile conseguenza dei "diritti" che i socialisti separano dai doveri, facendo pagare ad altri i costi del fallimento e mandando così in cortocircuito il maggior meccanismo produttore di ricchezza e libertà dle pianeta, il mercato nella sua accezione liberale.
Dal punto di vista tecnologico-commerciale: dall'aria condizionata al valet parking, gli USA hanno sempre saputo come porre il genio al servizio dell'individuo.

venerdì, luglio 03, 2009

Wal-Mart e la statalizzazione dell'assistenza sanitaria

Perché Wal-Mart è una delle pochissime aziende che sostiene una statalizzazione dell'assistenza sanitaria? Perché pensa di essere talmente grande da poter assorbire alcuni dei maggiori costi, scaricando gli altri al governo grazie alla proprie influenza sul processo di redazione di leggi e regolamenti. Benvenuti al modo eurosclerotico di fare business, compagni statunitensi

"Supporting new regulations is usually good business if your company is big enough to absorb compliance costs that could slow down or cripple your competitors. Even better if can you sign on early and win over a few influential opinion makers, interest groups, and politicians so you'll have some pull over how the regulations are written."
Reason Magazine

giovedì, luglio 02, 2009

Opel con gli occhi a mandorla?

Secondo DealBook(New York Times) , la società cinese starebbe preparando un piano dettagliato per la presentazione di un'offerta formale per rilevare Opel.

La California va a cambiali , grazie alla schizofrenia degli elettori di sinistra

24 miliardi di dollari di deficit, un elettorato che rifiuta un aumento della pressione fiscale ed un parlamento che rifiuta una riforma della macchina statale e vorrebbe affidarsi a trucchi contabili. per nascondere il problema. Il risultato è che lo Stato della California si prepara a imporre il pagamento in cambiali (IOU) e non in contanti. Le agenzie di rating probabilmente declasseranno il debito dello Stato a "junk".
Si comincia con i rimborsi fiscali, poi la scure cadrà piano piano su tutti i pagamenti, a meno che il congresso californiano, dominato dai democratici di sinistra, non accetti tagli alle spese, cresciute con percentuali a due cifre negli ultimi dieci anni.
Per ora, nessuna banca vuole estendere credito ulteriore allo Stato ed è dubbio quale istituto finanziario accetterà di scontare le cambiali, ossia di anticipare (dietro commissione) il denaro ai loro possessori.

Gli elettori californiani dovrebbero chiedersi quanto sia soddisfacente votare per ogni sorta di lunatico di sinistra per motivi tribali, per poi votare in massa via referendum per limitare o punire le politiche fiscalmente suicide di quegli stessi parlamentari.

mercoledì, luglio 01, 2009

Quote latte: quando ci sveglieremo?

Da LibertyFirst, l'ennesima protesta di una categoria ormai talmente dipendente dall'aiuto statale da aver dimenticato che esiste un modo più semplice ed efficace er risolver ei propri problemi: agire sul mercato: gli allevatori.
I nostri produttori di latte protestano per l'importazione di latte comunitario, chepotrebbe essere causato dalle cosiddette quote latte.
Anche se fosse vero, sarebbe una conseguenza "inattesa" dell'avidità degli stessi produttori italiani ed europei di latte.
Prima si è preteso un prezzo obbligatorio, imposto dal governo, che è un multiplo del prezzo mondiale. Il risultato è stata una sovraproduzione massiccia di latte, senza domanda, rifilato ai governi UE ad un prezzo irrealistico per una parte e scaricato sul mercato per un'altra.
Per evitare di far saltare il banco, la UE ha dovuto imporre delle quote, per meglio spartire il bottino senza rischiare il fallimento.

Sarei 'accordissimo ad abolire le quote latte - insieme al prezzo amministrato per il latte. Vediamo come reagirebbero gli allevatori di sussidi.

Se gli allevatori vogliono davvero difendere il latte italiano, la strada è semplice: registrino il marchio e ci diano dentro con la promozione, il marketing e il miglioramento della qualità. Non aspettino che sia il governo a fare tutto per loro, lo facciano e poi deducano le spese dalle tasse.
Perlomeno, se sceglieremo di pagare il latte italiano il triplo del prezzo corrente, lo faremo con cognizione di causa e non perché costretti da un qualche burocrate.


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