Un salvataggio senza una ristrutturazione del debito che scarichi parte del costo sui creditori di Atene sarebbe il peggior segnale possibile per l'Europa.
mercoledì, aprile 28, 2010
Salvataggio greco, autolesionismo europeo
martedì, aprile 27, 2010
S&P taglia il merito di credito della Grecia a BB+
La Grecia è ufficialmente un junk bond: Standard & Poor's ha declassato Atene a BB+ , allo steso livello di nazioni "emergenti" come la Turchia. L'accesso alla liquidità Banca Centrale per le banche greche rischia di essere compromesso, dato che non si possono dare in garanzia titoli di questo tipo.
Asta Bot , la paura greca arriva in Italia?
Brutte notizie dall'ultima Asta Bot, appena coperta . Mentre di norma la domanda supera notevolmente l'offerta, questa volta è stata a malapena superiore all'ammontare a disposizione.
E' arrivato il momento di preoccuparsi per un contagio greco? Non esattamente. La paura per gli eventi in Grecia riduce la domanda estera per strumenti di debito delle nazioni meno solide in Europa, ma l'Italia è , in un certo senso, la migliore delle nazioni peggiori; questo non implica scetticismo sui conti italiani, ma una più generica avversione al rischio nei momenti più acuti di una crisi. Il segnale è negativo, ma non tragico né imprevisto.
D'altro canto, i rendimenti quasi a zero non invogliano certo ad investimenti massicci in reddito fisso: il problema ha colpito persino la Germania, dove l'ultima asta bund è andata male a causa dei miseri rendimenti assoluti.
Posted by Unknown at 2:32 PM |
La condanna dei maestrini importati
Chiunque è libero di cambiare idea, ma molti di coloro che sono passati da destra a sinistra hanno hanno cambiato bandiera senza cambiare mentalità: hanno portato con loro, più o meno consciamente, i difetti congeniti nella cultura collettivista nella quale sono cresciuti. Ziggurat li definisce giustamente maestrini dalla ex penna rossa in un post tutto da leggere; sono la condanna della nostra parte politica nel medio e lungo periodo: non hanno alcun incentivo a lasciare rifiorire la cultura liberale e conservatrice, ma a trapiantare a destra la malapianta socialista.
Posted by Unknown at 10:57 AM |
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Province inutili? Anzi, facciamo una nuova regione : la Romagna
Mentre si discetta di province da abolire, la Lega ed uno spezzone di PdL alzano il tiro e propongono addirittura la creazione di una nuova Regione: la Romagna. Ci sia consentito il sospetto che l'eventuale secessione non sarebbe a costo zero.
Posted by Unknown at 10:12 AM |
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Gino, sono ancora partigiani?
I Talebani attaccano una scuola , a colpi di gas asfissiante. Ci piacerebbe sapere cosa ne pensa Gino Strada, ma soprattutto cosa ne pensano i partigiani italiani nella Seconda Guerra mondiale, visto che Strada ne abusa il nome per difendere barbari di questo genere.
Posted by Unknown at 9:13 AM |
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lunedì, aprile 26, 2010
Se Putin è liberale, Fini è Cavour
Gianfranco Fini non è mai stato un liberale DOC, ma ci chiediamo che razza di liberale stia diventando Silvio Berlusconi, se si rallegra di avere Vladimir Putin come docente dell'Università del pensiero liberale. Un liberale come l'antisemita e protezionista Zhirinovsky, probabilmente: di nome, ma non certo di fatto.
Hat tip: Phastidio, La Sentinella
Posted by Unknown at 5:28 PM |
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La cattiva lezione del salvataggio greco: solo i peggiori verranno aiutati
Un altro antisemita alla corte di Obama
Aggiungiamo James Jones, consigliere per la sicurezza nazionale, all'elenco di membri o aspiranti membri dell'enoturage di Obama con un punto di vista molto chiaro sugli ebrei: una manica di avidi commercianti. Perlomeno Jones non nega l'Olocausto, sostiene la necessità di eliminare Israele dalla cartina geografica o lo compara al Sudafrica dell'apartheid, ma si limita a cominciare un discorso sul Medio Oriente con una barzelletta a tinte antisemite. E' un miglioramento, dalle parti della corte di Barack, dove certe razze e certe religioni sembrano essere molto, molto più uguali di altre: ricordiamoci le reazioni inferocite della Casa Bianca per episodi molto meno gravi di questo.
Forse lo stato dell'Arizona avrebbe dovuto sostenere che la sua nuova legge sugli immigrati era diretta agli ebrei e non agli ispanici, se la sarebbe probabilmente cavata senza problemi.
venerdì, aprile 23, 2010
Umberto Bossi minaccia un nuovo ribaltone
L'intervista di Umberto Bossi non brilla per chiarezza, salvo che per gli insulti a Fini e l'annuncio dello sganciamento dal PdL. Basta poco per rinverdire i fasti del ribaltone e ringraziare della desistenza di fatto al Nord.
Le parole di Bossi al Corriere, una volta ripulite dalla propaganda pseudofederalista, sono inequivocabili: caro Silvio, grazie di averci lasciato campo libero al Nord e di avere azzerato l'opposizione interna. Adesso che non ci servi più e che non sei più una minacci aletale, siamo pronti a sostituirti con il PD, in modo da poterlo cannibalizzare, come abbbiamo cannibalizzato anche il PdL, ormai troppo debole per smascherare agli elettori la nostra sbandata a sinistra:
Saremo soli - conclude il leader leghista - senza Berlusconi. Berlusconi quindi diventerà il vero e unico baluardo anticomunista del Paese e prevedo che raccoglierà molti consensi.E , nel caso qualcuno se ne accorgesse, ecco che il Senatùr riparte con il secessionismo:
"Finita la stagione del federalismo, un concetto abbandonato, dobbiamo iniziare una nuova stagione, un nuovo cammino del popolo padano. Purtroppo oggi non ha più senso parlare di federalismo alla nostra gente che potrebbe sentirsi tradita da ciò che non siamo riusciti a fare. Una nuova strada ci aspetta e sarà una strada stretta, faticosa, difficile ma che potrebbe regalarci enormi soddisfazioni"
Posted by Unknown at 4:03 PM |
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Ottima analisi dello stato dell'arte del PdL in un'ottica di medio periodo su Ventinove Settembre.
La chiosa è la parte che qui si preferisce, ma consigliamo la lettura integrale
è facile fare intellettualmente meglio della nostra classe dirigente, essendo dei matusalemme senza né idee né principi. Il difficile è fare in modo che queste idee vengano poi realizzate, cosa che purtroppo richiede o l'eliminazione del potere, quando impedisce la realizzazione di queste idee, o il suo utilizzo per realizzarle, cosa che è possibile solo se l'elite di potere pensa che quelle idee siano nel suo interesse. L'Italia si sta avvicinando al punto in cui le cose si faranno così gravi che le elite avranno interesse a fare qualcosa di intelligente - contro le loro naturali attitudini - pure di conservare il sistema che ne garantisce la sopravvivenza. Questo non è liberalismo (la soluzione, anche solo parziale, del problema del potere), ma è reaganismo/thatcherismo: che in un paese in via d'estinzione è sempre meglio di niente.
Posted by Unknown at 3:46 PM |
Il popolo lo serve tua sorella
Vorremmo tanto conoscere il background dello sciagurato ghostwriter pidiellino che ha inserito la frase "servire il popolo" nel documento Pdl di ieri, uno slogan prontamente ripreso dal Corriere della Sera. Ci piacerebbe poter dire che lo slogan più celebre del genocidio maoista sia stato ripreso con perfidia dai titolisti del Corriere per tirare una frecciatina ad un partito in teoria di destra, ma profondamente infettato dai peggiori cascami della sinistra, ma temiamo che sia semplicemente passato inosservato.
Rimane il fatto che, con destrorsi così ( o così, o così), l'egemonia culturale della sinistra non ha purtroppo nulla da temere: a destra si continuano a barattare pochi anni di sottogoverno in cambio della lobotomizzazione d'intere generazioni.
Posted by Unknown at 2:27 PM |
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Amnesia della memoria storica
Update: Qui un'opinione meno ironica dell'intervista di Bossi.
Posted by Unknown at 2:20 PM |
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giovedì, aprile 22, 2010
Belle speranze
Obama: «Ci sarà una nuova crisi senza la riforma finanziaria» . Avrebbe potuto anche dire ch e"ci sarà un altro uragano senza una riforma delle assicurazioni danni", avrebbe avuto lo stesso senso logico.
Liquefazione greca
Finale di partita per la Grecia? I tassi a due anni toccano il 9.75% , il nuovo bond a 5 anni greco rende ormai sopra al 9% sulle notizie delle ultime rivelazioni sul baratro fiscale greco. Si avvicina il momento in cui i governi europei dovranno decidere: gettare altro denaro nella fornace ellenica, o accettare finalmente che la manipolazione delle regole di Maastricht e dei mercati non può più nascondere la realtà dell'insolvenza greca, diretta conseguenza di scelte politiche.
In tutto questo, ci preme ricordare che nelle scorse settimane gli speculatori e i malefici trader di CDS non hanno scommesso su una crisi, ma al contrario hanno chiuso le posizioni corte, rivelando una volta di più la futilità delle teorie del complotto tanto amate dai socialisti di destra e di sinistra. Il grafico sottostante indica l'ammontare di posizioni corte chiuse fra il 5 ed il 9 di aprile:
In realtà , non ci sarebbe neppure stato bisogno di monitorare i dati di DTCC. Uno studio del BaFin, l'autorità di vigilanza tedesca, aveva già evidenziato come sia i volumi che le posizioni aperte sui CDS fossero una percentuale trascurabile, rispetto a ai movimenti sul tradizionale mercato dei titoli di Stato.
Allora come oggi, il crollo attuale è tutto attribuibile a chi ha titoli greci in portafoglio e deisdera disfarsene. Speriamo che nessun eurocrate francese si faccia venire in mente di vietare di vendere quello che si è comprato da un governo: oltre al danno, anche la beffa no, per favore.
Qui si è convinti che non si prenderanno iniziative chiare: se dovessimo scommettere, lo faremmo su di un piano di salvataggio che metta una toppa temporanea ai problemi di liquidità di Atene, rimandando alle calende greche ogni soluzione politicamente fastidiosa. Il calendario elettorale tedesco potrebbe creare complicazioni, ma Francia e Germania non vogliono assumersi la responsabilità di scoperchiare il verminaio delle propprie responsabilità passate. L'attuale innalzamento dei tassi sta paradossalmente facendo il gioco di Atene, che può sostenere la favoletta di una crisi di cui sarebbe vittima e chiedere l'aiuto europeo, che in teoria potrebbe scattare soltanto di fronte all'impossibilità greca di finanziarsi sul mercato. Et voilà.
Posted by Unknown at 1:49 PM |
Labels: CDS , crisi finanziaria , Grecia
mercoledì, aprile 21, 2010
Ma quale rIforma finanziaria USA
Posted by J.C. Falkenberg at 4:23 PM |
Labels: Banche , Obama , Regolamentazione
Montezemolo scalda i motori?
IN attesa di sapere se lo spin off di FIAT sarà un'ardita mossa di creazione di valore o l'ennesimo pacco rifilato a banche e risparmiatori, una cosa è certa: Montezemolo ha le mani più libere per alzare il proprio profilo politico. Speriamo trovi un bravo Marchionne anche in quest'ultimo campo, perché la sua storia da manager è simile a quella di Lapo Elkan senza i trans.
Posted by J.C. Falkenberg at 9:17 AM |
Labels: Montezemolo , PD , Udc
lunedì, aprile 19, 2010
Libertiamo, Fini e la deriva leghista
Per concludere, è da sottoscrivere in pieno il suggerimento di Antonluca: per chiarire quale sia la radice del problema per l'intero PdL, al di là di Fini, basterebbe rileggersi il programma del 1994 e provare a rtenerlo a mente, nel futuro prossimo.
Posted by Unknown at 2:16 PM |
Labels: 1994 , Gianfranco Fini , Lega , Liberalismo , PdL , Umberto Bossi
Cameron, un Fini di successo?
Posted by Unknown at 12:17 PM |
Labels: David Cameron , Gianfranco Fini
Copy & Paste giacaloniano
Letto sottoscritto e copiaincollato:
Come è possibile, allora, che un sistema così vuoto non crolli? Regge, finché regge, perché l’Italia è ricca. E perché Berlusconi è stato capace di dare un’interpretazione originale dei tempi e della situazione, offrendo a tutti, e principalmente agli avversari, una ragione per continuare a esistere. Credo noi si abbia ancora molte forze, da mettere in gioco, ma ce le giochiamo, se non si esce da questo stagnare di furibonda inconcludenza.
Gianfranco Fini ha delle ragioni, dalla sua parte. Anche nei sistemi presidenziali, anche in quelli spiccatamente leaderistici, la politica è il frutto del sommarsi d’idee e sensibilità diverse. La ricerca culturalmente libera, come anche l’iniziativa politica indipendente (ma coerente), devono essere viste come un bene, non come un fastidio. Una forza politica non può non avere sedi di collegialità e discussione. Ma ha accumulato anche torti non indifferenti. Non puoi passare mesi a far solo il controcanto, non puoi pensare di differenziarti su tutto, non puoi concentrarti nella gara a una successione che non c’è e non ci sarà, non puoi pensare di spingere il trasformismo al punto di smentire te stesso su quasi tutto, indossando i panni dell’opposto. Essersi accorto che Mussolini non era il più grande statista del secolo e che le leggi razziali furono un’infamia vergognosa è cosa buona e giusta, ma continuare a cercare di scandalizzare i radicali per eccesso di disinvoltura libertaria rischia di buttare tutto in farsa.
Lo scontro fra Berlusconi e Fini terrà banco ancora per un po’, ma è meno interessante e rilevante di quel che appare. Il tema vero è: porre fine all’agonia e restituire effettività ai ruoli e poteri istituzionali. Non sembra vi sia la consapevolezza di questa necessità, e il cielo non voglia che, in queste condizioni, i morsi della crisi rivelino a troppi che la nostra ricchezza non è un diritto acquisito nascendo nella parte giusta del mondo, ma un risultato conquistato con il rischio, il lavoro e il buon governo.
Posted by Unknown at 11:53 AM |
Vigilanza bancaria: i pompieri con il napalm
(continua)
Posted by Unknown at 10:40 AM |
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venerdì, aprile 16, 2010
Vianello e i doppi standard della sinistra
Posted by J.C. Falkenberg at 10:33 AM |
Labels: Cultura , Media , Propaganda , Sinistra
Tasse, gli USA somigliano sempre più all'italietta
Il 15 aprile era la data ultima per la presentazione dell'equivalente statunitense del nostro 730 e le cose stanno andando di male in peggio. Anche senza considerare il livello assoluto della tassazione, la pura complessità del codice tributario rivaleggia con quello italiano: secondo The Economist, è passato da 400 pagine nel 1913 alle 70mila attuali. L'ottanta per cento della popolazione è costretto a ricorrere ad un aiuto professionale, includendo il capo dell'IRS, l'agenzia federale delle entrate. Il Presidente Obama, che ha promesso di semplificare il codice fiscale, ha appena creato un'intera nuova sezione da compilarem come corollario alla controversa riforma sanitaria.
Mal comune, in questo caso, non è mezzo gaudio, ma solo l'ennesimo segnale del rischio che gli USA si incamminino sulal strada italiota.
Posted by Unknown at 10:16 AM |
Fini giusti, strategia e tattica miserrimi
Qui si è sempre stimato e difeso Gianfranco Fini, senza mancare di criticarlo per alcune sue sbandate. La sbandata di ieri, tuttavia, sembra fuori misura, sempre che le indiscrezioni siano corrette. Non tanto per la sua durezza, ma per i suoi motivi: il governo Berlusconi ha sinora tradito la promessa di una riforma liberale del ruolo dello stato, ma Fini sembra avere eletto a cavallo di battaglia soprattutto tematiche care alla sinistra e di importanza relativamente minore, quali quelle cosiddette "etiche", oltre ad aver lanciato quella che sembra essere una pura guerra personale. Bene sintetizza Il fazioso, quando sostiene che sono la strategia (e la tattica, agigungerei io) ad essere sbagliate, non le critiche di Fini di per sé:
"Immaginiamo Fini aprire crepe puntando su riduzione tasse, liberalizzazioni, privatizzazioni, meno burocrazia, via le caste, riduzione dei costi della politica con l’abolizione delle province ecc Si sarebbe preso metà dell’elettorato del Pdl in poco tempo e sarebbe popolarissimo…. Un errore incredibile di avvicinamento alla rottura."Il rapporto parassitario della Lega nei confronti del PdL va sicuramente messo in luce, ma l'elettorato lo avrebbe capito di più se fosse stato inquadrato in un'ottica linerale di destra: puntando ossia il dito sullo slittamento a sinistra della Lega, sulla sua fame di poltrone, il suo neoconsociativismo ed il tradimento del suo elettorato in tema di tasse e liberalizzazioni adesso che può godere dei frutti del potere. La semplice acredine antibossiana svilisce invece l'intero dibattito ed impedisce ai cittadini di comprendere il nocciolo del problema, ammesso e non concesso che il nocciolo sia questo: ricordiamoci il ruolo di freno sul fronte liberale che ebbero AN e l'UDC nel precedente governo Berlusconi.
Posted by Unknown at 9:57 AM |
Labels: Gianfranco Fini , PdL , Silvio Berlusconi
giovedì, aprile 15, 2010
La vera lezione del decreto salvaliste
La totale disattenzione alla tecnica della politica si è ritorta clamorosamente contro il premier: il decreto salvaliste, su cui Berlusconi si era speso personalmente non è passato alla Camera.
Il risultato, più che di uno sgambetto, sembra dovuto ad un'evidente incompetenza da parte dei capigruppo: basterebbe fare i conti e imporre maggiore disciplina, ma evidentemente qualcuno, a Montecitorio, tratta la carica di capogruppo come una sinecura senza alcuna reale funzione. E' inaccettabile che Fabrizio Cicchitto si ricordi dei suoi doveri di capogruppo parlamentare con due anni e mezzo di ritardo e che si ricordi soltanto adesso di dovere imporre disciplina. Suona anche meschino che si cerchi di addossare tutta la colpa su Bocchino, supplente in assenza di Cicchitto: è implausibile che i parlamentari ragionino come un branco di studentelli, che fa chiasso quando c'è il supplente e non il professore di ruolo. Nel caso lo facessero, ci si dovrebbe chiedere perché pensano di poterlo fare impunemente: forse perché sono abituati a farlo, visto l'andazzo corrente, dettato dallo stesso capogruppo che adesso fa la voce grossa?
Ben vengano la gogna pubblica e l'esclusione dalle liste dei parlamentari assenteisti, ma siamo due anni in ritardo: il governo è finito in minoranza troppe volte, per illudersi che si tratti di un caso isolato. Insieme all'immondo pasticcio sulle candidature, sembra più la dimostrazione di una colpevole di attenzione alla qualità dei quadri dirigenti del partito. Ci sono ancora due anni e mezzo per dimostrare che ci sbagliamo, ma non vorremmo aspettare tanto a lungo.
Posted by Unknown at 2:08 PM |
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mercoledì, aprile 14, 2010
Zaia il ciociaro: Al 24ore Riottizzato saltano anche geografia e cronaca
al Sole 24Ore , i tagli e il riallineamento ideologico del compagno Gianni si cominciano a sentire. Prima abbiamo avuto edizioni domenicali degne dell'inserto culturale del Manifesto, poi difese a spada tratta di Gino Strada spacciate per reportage. Adesso, ci godiamo un trafiletto nel quale Luca Zaia diventa governatore del Lazio.
Lapsus freudiano o semplice, crassa ignoranza? In fondo si sa che, per lorsignori, chiunque non sia compagno è fascio per definizione.
A small reply
Un modesto commento al post di Oscar Giannino, che parte con le migliori intenzioni, ma mi sembra arrivi semplicemente a sanzionare la solita, trita linea sulla crisi: intanto salviamoli, poi vi promettiamo che da oggi cambierà tutto. Sappiamo quanto cambia, ossia nulla.
Il problema tedesco è che si sono comportati come dei levantini, ossia nel modo approvato da questo articolo.
Ragionando soprattutto come nell'ultimo paragrafo, non sarà mai tempo di lasciare chi sbaglia al proprio destino; per colpa di questa stessa mentalità si è lasciato che il Trattato di Maastricht fosse reso lettera morta dalle violazioni di tutti i paesi membri, ponendo le basi per la speculazione sulla Grecia. La speculazione al rialzo, intendo, in atto da 15 anni, non quella al ribasso, di cui si parla soltanto perché impedisce alla classe politica di avere la botte piena e la moglie ubriaca.
Potrà sembrare un paradosso, ma coloro che hanno scommesso contro la Grecia non sono gli speculatori: sono gli unici che hanno espresso una posizione basandosi sui fondamentali economici. I veri speculatori sono coloro che hanno scommesso sulla retorica politica. Per dieci anni, infatti, nessuno si è mai preoccupato della speculazione di coloro che hanno acquistato debito greco ad ogni prezzo, scommettendo sulla dimostrata codardia dei politici, incapaci di prendere decisioni dolorose sino a quando non è troppo tardi.
E' stato questo ragionamento che ha creato la bolla sui titoli di stato della periferia europea, se di bolla si può parlare. Dal punto di vista degli acquirenti, è perfettamente razionale: infatti, il Pantalone tedesco adesso è costretto a pagare per i propri errori ed il lassismo nell'imporre disciplina di bilancio. Salvare la Grecia non aiuterà nessuno: permetterà soltanto di continuare a fingere che tutto vada per il meglio, sino all'ennesima crisi.
Esiste un unico modo per far fare al mercato il proprio lavoro: lasciarglielo fare, da subito. Altrimenti, torneremo sempre in situazioni simili a quella che stiamo vivendo adesso.
lunedì, aprile 12, 2010
Il salvataggio greco è una condanna per l'Europa
Non si vuole discutere qui delle obiezioni di principio o giuridiche al salvataggio greco. Lasciamo da parte i dubbi sull'esplicito divieto da parte della BCE di salvare un governo inadempiente; non discutiamo dell'equità di un accordo che imporrà ai tedeschi, che vanno in pensione a 67 anni e reduci da un decennio di moderazione salariale, di salvare i dipendenti pubblici greci, felici pensionati a 61 e responsabili di una esplosione della spesa pubblica ed assistenziale degna di una cleptocrazia del Terzo Mondo.
Immaginiamo la lezione che ne trarranno Irlanda e Spagna: gli irlandesi hanno applicato rigorose politiche di risparmio e taglio dei costi, gli spagnoli al momento stanno sperperando decenni di prudenza fiscale. Se la ricompensa per la rettitudine di bilancio è quella di ritrovarsi a pagare per gli altri e se basta fingere di contribuire al salvataggio di un altra nazione in difficoltà per potersi comprare l'immunità da ogni sanzione, perché sforzarsi? Perché non trasformarsi tutti in piccole Atene, aspettando che Berlino alla fine, paghi il conto?
La disciplina di bilancio di Maastricht è probabilmente uno dei pochi risultati inequivocabilmente dell'intera costruzione europea: ha costretto sino ad ora delle classi politiche incapaci di disciplina a limitare ruberie e l'acquisto di voti senza rovinare in maniera irreparabile i propri sudditi, pardon contribuenti, in maniera suicida. Da questo momento in poi, è chiaro che abbiamo scherzato, con buona pace degli sforzi italiani per non sbracare e di quelli tedeschi per mantenere un minimo d'ordine. Non che questo faccia particolare differenza per la Grecia: lo spreco in spesa pubblica, e assistenzialismo anziché in infrastrutture e riforme, delle condizioni uniche generate dall'euro degli ultimi dieci anni rende quasi inevitabile una ristrutturazione del debito, o un crollo delle condizioni di vita. Il dubbio è soltanto sulle modalità in cui questo avverrà e quanta parte di tali costi verranno fatti sopportare ai contribuenti di altre nazioni, invece che ai greci che si sono goduti la festa.
Posted by Unknown at 2:56 PM |
Labels: BCE , Grecia , unione europea
Fannie Mae e Freddie Mac, l'eredità di Clinton avvelena Obama
Due delle vittime più illustri, ma in un certo senso più prevedibili , della crisi finanziaria sono state Fannie Mae e Freddie Mac, i due giganti parastatali dei mutui, affondati sotto il peso delle perdite accumulate; la garanzia governativa implicita ha permesso per anni alle due agenzie di finanziarsi a tassi simili a quelli governativi ed impiegare questi fondi per acquistare mutui, distorcendo in maniera rilevante il mercato e fornendo un sussidio implicito che ha giocato un ruolo rilevante nella bolla immobiliare.
Su Pajamas Media è uscito oggi un pezzo interessante sulle modalità con cui l'amministrazione Clinton utilizzò il consiglio d'amministrazione di Fannie Mae e Freddie Mac come parcheggio per amici e sostenitori. Il problema è che alcuni di questi sono attualmente alle dipendenze di Barack Obama, a partire da Rahm Emanuel, capo di gabinetto del Presidente. Il risultato è che ogni driforma delle due GSE incontra un muro di gomma.
Per fare un breve elenco:
- Rahm Emanuel, capo di gabinetto di Obama, ex responsabile della raccolta fondi della campagna elettorale di Clinton, poi suo senior adviser. Fu fra i principali sostenitori del progetot di riforma sanitaria che quasi affondò la prima presidenza Clinton. Ha ricevuto 320mila dollari per essere stato consigliere d'amministrazione di Fannie Mae per 14 mesi.
– Dennis DeConcini, ex senatore degli Stati Uniti, accusato di corruzione in relazione allo scandalo bancario delle Savings and Loans nel 1989; il comitato etico del Senato stabilì ch esi era comportaot in maniera impropria ed avevano abusato della propria posizione per interferire nelle operazioni della Federal Home Loan Bank Board, l'autorità di vigilanza; non venne mai tuttavia deferito al tirbunale ordinario. Bill Clinton lo ricompensò per il suo appoggio nominandolo consigliere d'amministrazione di Freddie Mac.
– Jamie Gorelick, amica intima di Hillary Clinton. Gorelick, avvocatoo venne nominata nel consiglio di Fannie Mae, e si licenziò nel 2003 , per essere assunta lo steso giorno da WilmerHale, lo studio legale che rappresentava la società.
– Harold Ickes, definito “l'uomo della spazzatura di Bill Clinton” perisno dalle pagine del progressista New York Times. Vicecapo di gabinetto, implicato nello scandalo in cui Clinton venne accusato di avere illegalmento accettato denaro da stranieri e di aver venduto l'accesso alla Casa Bianca al miglior offerente. Ickes si assunse tutta la responsabilità.
– Jack Quinn , il capo di gabinetto di Al Gore.
- Neil Hartigan, ex proocuratore generale dell'Illinois.
– Maynard Jackson, il sindaco democratico di Atlanta.
– Jose Villarreal, vicedirettore della campagna presidenziale del 1992 di Bill Clinton e "sneior adviser" di Hillary Clinton nella sua campagna per l anomination presidenziale del 2008.
– Garry Mauro, il fedelissimo dei Clinton in Texas , nominato dopo aver perso le elezioni a governatore dello Stato contor George W. Bush.
– William Daley, fratello del chiaccherato sindaco di Chicago Richard Daley Jr. e figlio del famigerato Richard Daley Senior; presidente della campagna presidenziale di Al Gore , segretario al commercio di Clinton , consigliere del team di transizione del President eObama.
Nessuno di loro ha alcuna competenza specifica in materia finanziaria. Nessuno di loro ha mai avuto alcun sentoore del marcio che si annidava nelle GSE, ma tutti hanno compreso i vantaggi, elettorali ed assistenziali , del programma.
Non si vuole qui negare la responsabilità enorme del partito repubblicano: per otto anni, Bush ed il leader parlamentari hanno permesso che le proposte di riforma rimanessero lettera morta e , soprattutto, non hanno mai toccato il feudo deocratico che le GSE erano diventate. Le centinaia di milioni di dollari che Fannie Mae e Freddie Mac hanno generosamente versato nelle casse della classe politica sono andate quasi completamente al partito democratico, ma sospettiamo che qualche rivolo abbia trovato la via dei repubblicani che hanno insabbiato i ripetuti tentativi di cambiare lo statu quo prima che fosse troppo tardi.
Posted by Unknown at 12:07 PM |
Labels: Fannie MAe , Freddie Mac , Obama
venerdì, aprile 09, 2010
La Grecia arriva alla crisi bancaria?
I dati sull'evoluzione dei depositi bancari in Grecia sono preoccupanti: sono in calo e il calo sta accelerando, in una "corsa agli sportelli" silenziosa. Sino ad ora, il buco derivante dalla differenza fra i depositi e i prestiti erogati dalle banche è stato colmato dalle operazioni con cui la BCE ha pompato liquidità in tutto il sistema bancario europeo, tamponando il problema. Tuttavia, le banche nel resto dell'Eurozona hanno incrementato la quota dei depositi sul totale delle fonti di copertura, riducendo il ricorso al mercato dei capitali; le banche greche, invece, stanno perdendo depositi ed insieme non riescono ad emettere obbligazioni. La BCE (tramite la Bank of Greece, la Banca Centrale Nazionale) è di fatto la loro unica fonte di liquidità, come si evince anche dal grafico qui sotto:
mercoledì, aprile 07, 2010
Forza Volpe
"Questi i dati ,nudi e crudi: -40% di audience nel primo trimestre 2010 per CNN con un picco di -42% per lo show dell’anchorman con le bretelle.Contestualmente il pirotecnico Beck incrementa del 50% gli ascolti della sua striscia quotidiana mentre Hannity sfonda quota 2 milioni di telespettatori."
Posted by Unknown at 2:20 PM |
Labels: CNN , FOX , mediaset , Rupert Murdoch
Vi ricordate l'Islanda?
Posted by J.C. Falkenberg at 9:52 AM |
Labels: crisi finanziaria , Islanda
venerdì, aprile 02, 2010
giovedì, aprile 01, 2010
Lega: libertaria ieri, balena verde oggi, laburista domani?
Posted by J.C. Falkenberg at 5:27 PM |
Labels: Lega , Silvio Berlusconi , Umberto Bossi