Una proposta di Jinzo da
Italian Libertarians, che vale la pena di riportare in toto. L'ennesimo appello all'unita' dei liberali?
Forse. Ma meglio uno di + che uno di meno: io non voglio morire ne' demoricristiano ne' zecca equa e solidale, punto.
Storicamente e' stata piu' fruttuosa la ricerca della fusione fredda che quella della fusione liberale, lo ammetto. Forse, preferirei guardare al partito unico del centrodestra, anche se una tappa intermedia con tutti i tronconi liberali ha probabilmente senso; questa legge elettorale, tuttavia, rende necessaria una iniziativa di questo tipo.
Per noi liberali è inutile pensare di poter continuare ad incidere sulla scena politica, senza avere un minimo di organizzazione, ma con la presunzione di rimanere frammentati e distinti nella miriade di particolarismi di ogni singolo gruppo. Non siamo in una condizione che ci permette di essere egoisti.
Il mancato rispetto degli accordi da parte di Forza Italia ha escluso sistematicamente le nostre liste dalla gran parte delle regioni italiane.
L'idea di poter continuare a fare politica, aggrappati ad un partito come Forza Italia, che ha scelto la conservazione, soffocando la persino la propria corrente liberale, in favore di quella socialista e democristiana, risulta a tutti gli effetti impraticabile.
I militanti e gli elettori liberali non hanno più nulla da spartire con il partito di Silvio Berlusconi. Grazie a questa infelice riforma del sistema elettorale inoltre, il partito unico amerikano si allontana e la situazione diventa per noi molto preoccupante.
Serpeggia di conseguenza, nei forum, nei blog e persino sulla strada, un'idea ambiziosa nata dalla base liberale: fondare un partito politico che riunisca la diaspora liberale in un solo soggetto politico, collocato ovviamente nel centro destra, che abbia la capacità di ottenere una buona rappresentanza e visibilità politica, e che possa continuare a lottare in questo modo contro la sinistra più anticapitalista ed antioccidentale d'Europa, senza allo stesso tempo dover rendere conto ai conservatori del proprio operato. Un partito autonomo, ma schierato sempre dalla parte dell'Occidente, e cioè con la destra.
C'è chi, trai militanti liberali, definisce questo progetto come la "Rosa nel Pugno di destra". Ed in effetti la definizione calza a pennello: la nostra proposta è esattamente speculare a quella di Pannella-Boselli. La Rosa nel Pugno è il partito dell'unità Socialista nel centro sinistra. Noi vogliamo il partito dell'unità liberale nel centro destra.
Ci proponiamo dunque di chiamare a raccolta il Partito Liberale Italiano, i Salmoni Radicali, i Repubblicani di La Malfa, i Liberali per l'Italia Destra Liberale e tutti coloro che si ispirano a principi autenticamente liberali.
Chiunque sia interessato al progetto è pregato di lasciare la sua opinione nei commenti. Vorremmo far pervenire alla dirigenza dei partiti presi in considerazione quante più idee possibili.
Marco Taradash è già a conoscenza della proposta. Sembra che sia già in cantiere un accordo tra liberali, salmoni e repubblicani per le amministrative di maggio, ma tutti quanti vorremmo che esso si concretizzasse nella nascita di un nuovo soggetto politico a lungo termine.
Il simbolo che appare in questo post è molto rudimentale, ma mette in luce chiaramente i nostri principi, riassumibili con il motto dei Salmoni: America, mercato Individuo.
Perchè NeoLib?
Perchè noi abbiamo la presunzione di essere i Nuovi Liberali e abbiamo voglia di cambiare questo Paese.
Sottoscrivo entusiasticamente, salvo su di un punto. La mia maggiore perplessita' riguarda la presenza dei repubblicani in una aggregazione liberale, liberista e talvolta libertaria; temo che abbia ragione chi definisce una ipotetica "Statua della liberta' " con liberali e repubblicani come una "RnP" di destra, un ircocervo. L'unico collante fra liberali e "repubblicani" storici e' stato il solido atlantismo: ma i liberali guardavano ad una certa tradizione anglosassone, i repubblicani guardavano a Roosevelt.
La tradizione del PRI e' statalista e giacobina, sin dalle sue origni rivoluzionarie, democratiche e talvolta non troppo liberali.
La storia del PRI del dopoguerra e' marcata dal mito dell'ingegneria sociale, a fin di bene ed a fini di liberta' e democrazia, certo, ma sappiamo bene che le conseguenze inattese di tali tentativi sono devastanti; nonche' dal parallelo mito della pianificazione economica e della guida dall'alto da parte di una tecnocrazia illuminata, culminata nella contiguita' organica con i cosiddetti poteri forti.
SPeriamo siano cambiati.
Update: NeoLib e' finito sull'Opinione. Otitmo Diaconale, che purtroppo ci vorrebbe anche insieme ai socialisti. NO grazie, col PRI siamo gia' abbastanza simili a PAnnella & Co.