sabato, marzo 11, 2006

Mai inseguire il nemico sul suo terreno

harry ha ragione:


Il problema, per la Casa delle libertà, sta altrove. In questi cinque anni il centrodestra al governo ha cercato di combattere il centrosinistra su un terreno che non gli era proprio: quello dei cosiddetti “poteri forti” e delle corporazioni. Si è tentato in ogni modo di strappare consensi cercando di conquistare questo o quel gruppo di potere corporativo, ottenendo però poco o nulla: solo un brevissimo innamoramento della Confindustria targata D’Amato, ma si è trattato di una parentesi conclusasi con la fine della presidenza D’Amato. Inutile il tentativo di portare Cisl e Uil su posizioni moderate: l’unità sindacale si è sì spezzata, ma poi si è più o meno ricomposta e oggi Pezzotta e Angeletti sono ben lungi dal sostenere il centrodestra. I sindacati (così come tutti gli altri “poteri forti”), insegna la Thatcher, non vanno blanditi, ma depotenziati e debilitati fino a ricondurli nel loro alveo naturale. Gli esempi di tali corteggiamenti si sprecano, e i risultati sono sempre stati gli stessi. Oggi, tutti gli interessi corporativi sono compattamente schierati con la sinistra, com’è del resto naturale (basti vedere il sistema di potere e di assistenza della sinistra nelle regioni rosse, sistema ereditato interamente dal fascismo): la Confidustria, i sindacati, la grande finanza, i principali quotidiani (quelli il cui endorsement non si conta ma si pesa). A costoro si aggiungono i soliti salvatori della democrazia in pericolo (il mondo del cinema e dello spettacolo, gli intellettuali ex comunisti e così via) e i salotti snob dei milionari finto-proletari. A tutti la sinistra ha promesso quel che essi chiedono: e, a dire il vero, non è poi così contraddittorio dire di sì a tutti costoro.
Non a caso si tratta di quelle corporazioni che per decenni hanno “governato” in concerto, difendendosi reciprocamente i costosissimi privilegi. All’Unione non resterà che proseguire con detta politica, gli uomini della continuità non mancano: del resto lo schieramento che rappresenta insieme la maggioranza e l’opposizione della prima repubblica non può che essere “continuista” (a parte i defunti, quasi tutti gli ex presidenti del consiglio e ministri più importanti dei governi degli ultimi vent’anni di prima repubblica stanno nei gruppi parlamentari dell’Unione, insieme con quella che allora era l’opposizione).


NOn concordo solamente su di un punto: purtroppo non crdo che la CdL abbia veramente creato uno schieramento alternativo. Per il momento, ha generato qualcosa che spesso ricorda una copia peronista dell'Unione. La vera alternativa sarebbe stata davvero quella tatcheriana: rivolgersi direttamente alle persone, agli individui, non alle corporazioni.

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